Imparare la gentilezza
A novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (il 25) e la Giornata Mondiale della gentilezza (il 13): sono due temi agli antipodi che però possono essere correlati.
Gentilezza come antidoto alla violenza, anche quella sulle donne
Attivarsi in ambito educativo per l’eliminazione della violenza sulle donne significa, tra le altre cose, lavorare proprio sulla pratica della gentilezza, riflettere sull’importanza del rispetto, della solidarietà e dell’empatia nei nostri comportamenti quotidiani.
Creare un ambiente scolastico dove gli studenti imparino a essere gentili e rispettosi contribuisce a contrastare fenomeni come il bullismo e, in una prospettiva più ampia, anche la violenza di genere.
Questo tipo di violenza, infatti, è spesso radicata in pregiudizi, stereotipi e atteggiamenti negativi che contribuiscono a sminuire e discriminare chi è diverso o diversa. La gentilezza, al contrario, è un atto intenzionale di ascolto, rispetto e considerazione per l’altra persona, che supera le differenze di genere, cultura e credenze.
Educare alla gentilezza
Sensibilizzare ragazzi e ragazze sull’importanza del rispetto reciproco e dell’uguaglianza di genere non è solo possibile, ma doveroso. Sono tante e varie le strategie valide per incoraggiare la gentilezza nelle scuole. Tra queste:
- Creare iniziative e progetti a tema. Organizzare una “Settimana della Gentilezza” o giornate a tema in cui studentesse e studenti partecipano ad attività che promuovano atti gentili e inclusivi. Queste iniziative possono includere giochi di ruolo, rappresentazioni teatrali o laboratori di scrittura: per esempio possiamo invitare i e le partecipanti a scrivere insieme un ‘Manifesto per la gentilezza’, in cui esplorare l’importanza della gentilezza e della considerazione verso le altre persone.
- Portare esempi positivi. Raccontiamo a studenti e studentesse le storie di leader, attivisti, e personalità che hanno lottato per la parità e la non violenza; l’utilizzo di role model è un ottimo spunto per riflettere sulla gentilezza come forza di cambiamento.
- Promuovere una comunicazione rispettosa. Riflettiamo con studenti e studentesse sul linguaggio e sugli effetti che le parole possono avere sugli altri. Insegnare ai ragazzi a comunicare in modo gentile e rispettoso li aiuta a diventare consapevoli dell’impatto delle loro parole e dei loro comportamenti, riducendo le possibilità di violenza verbale e di pregiudizi di genere.
- Integrare la gentilezza nel curriculum scolastico. Il tema della gentilezza può essere integrato in diverse materie, come letteratura, educazione civica e arte. Attraverso letture, discussioni e progetti artistici, è possibile esplorare la gentilezza come valore e promuovere una cultura della non violenza.
Focus sulle emozioni
La gentilezza non può prescindere dall’empatia, che implica il riconoscimento delle emozioni dell’altro, e quindi prima di tutto delle proprie. Avere uno spazio dedicato alla riflessione sulle emozioni e sui sentimenti aiuta ragazze e ragazzi a sviluppare consapevolezza di sé, a riconoscere quello che provano senza giudicarlo e quindi a gestirlo. Riconoscere per esempio di essere arrabbiati e interrogarsi sui motivi di tale rabbia aiuta a elaborare positivamente un’emozione che ha tutto il diritto di esistere: per esempio, condividere con sincerità le proprie ragioni, magari proprio con chi ci ha fatto arrabbiare, può portare a una riconciliazione sana e proficua, che elimina la frustrazione dei non detti e libera energie positive, gentili, appunto.
La gentilezza verso se stessi e verso gli altri nasce infatti da una buona gestione delle emozioni, che previene reazioni impulsive e aiuta a creare un ambiente armonioso.
A questo scopo, nell'ambito del progetto Domande Scomode, proprio nel mese di novembre si terranno due incontri in due scuole secondarie di secondo grado di Milano dove un'esperta parlerà proprio dell’importanza di riconoscere, accettare e comunicare le emozioni.
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