Le scuole italiane si preparano alla riapertura
Il 14 settembre 2020 il Ministero dell'Istruzione ha dato il via al nuovo anno scolastico e alla ripresa delle lezioni dopo il lungo periodo di sospensione delle lezioni in presenza in tutto il territorio nazionale. Le diverse Regioni hanno comunicato, come è nelle loro competenze, i propri calendari scolastici che, in alcuni casi, posticipano di alcuni giorni la data ministeriale. Dall’1 settembre le aule accolgono gli studenti che seguono le attività di recupero. Dai primi di settembre riaprono anche le scuole dell’infanzia.
Le norme previste per la riapertura
Le ordinanze e linee guida rilasciate dal Ministero nel mese di agosto, le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico e il recente rapporto N° 58 del 21 Agosto 2020 redatto dall'Istituto Superiore di Sanità che fornisce le indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’Infanzia hanno in sostanza l’obiettivo dichiarato di gestire il rischio contagio collegato alla riapertura delle scuole.
La risposta delle scuole
Le scuole dal canto loro, coinvolgendo in modalità straordinaria i vari organi collegiali, durante il periodo estivo hanno lavorato intensamente per gestire e ridurre i rischi adeguando spazi e organizzazione alle indicazioni normative. Si sono inoltre adoperate per ristrutturare le attività sociali e didattiche in presenza perché , in sostanza, si possano riaprire le scuole “facendo scuola”. Non si vuole rinunciare, pur nel rispetto delle necessarie misure di auto protezione e di tutela della salute personale e pubblica, al principio che la scuola è una comunità sociale di apprendimento dove è irrinunciabile lo svolgimento il più sostenibile possibile delle attività didattiche nel rispetto dei fondamentali bisogni di istruzione ma anche di crescita di bambini e ragazzi.
I nodi di criticità sono certamente molti e ampiamente noti, ma le scuole, nelle loro autonomie e con l’ausilio degli enti locali e degli RSPP (Responsabili al Servizio Prevenzione e Protezione) presenti in tutte le scuole, hanno già attivato in modo diffuso risposte organizzative di base:
Distanza interpersonale e setting d’aula: le aule sono state svuotate da armadi e scaffalature in modo da massimizzare gli spazi disponibili per collocare banchi, prevalentemente monoposto, in numero sufficiente per evitare la divisione della classe in sottogruppi. I banchi anticipati dal ministero non sono ancora stati consegnati a tutti gli istituti che ne hanno fatto richiesta, ma le scuole hanno razionalizzato quelli già presenti coniugando i dati relativi alle misure dei banchi, alle diverse possibili loro disposizioni, al numero degli alunni della classe, alla metratura disponibile. Oppure hanno proceduto con acquisti in proprio o ne hanno fatto richiesta agli enti locali. Hanno valorizzato gli spazi esterni soprattutto per le attività ricreative e motorie. Hanno definito percorsi che orientano i flussi in entrata e uscita e gli spostamenti interni dalle aule ai laboratori, ai refettori, ai bagni. Sono stati effettuati lavori di “piccola edilizia” per chiudere atri o spazi di norma sottoutilizzati in modo da alzare il numero delle aule destinate alla didattica senza necessariamente “sacrificare”, quando possibile, gli spazi di laboratorio ed eventualmente consentire nel contempo le attività in piccolo gruppo che, se obbligate dall’eventuale carenza di spazi, sono perlopiù limitate a periodi brevi e saltuari con opportune programmazioni di rotazione sull’intero plesso. Hanno ridefinito le finalità d’uso degli spazi in ordine alla rispettiva capienza. In alcuni Istituti con più plessi sono state variate le collocazioni delle classi in un disegno di razionalizzazione complessiva degli spazi. In quasi tutte le scuole si è riusciti così a mantenere l’unità classe evitando più turni (mattina o pomeriggio) o frequenze a settimane alternate. In alcuni casi numericamente ridotti le scuole hanno fatto richiesta di “abitare” spazi esterni all’edificio messi a disposizione da enti o associazioni. Nelle scuole dove esiste il servizio refezione si è preferito nella grande maggioranza delle scuole non ricorrere al pasto in classe, ma all’organizzazione di più turni per l’accesso alla mensa in modo da consentire le attività di igienizzazione e aerazione delle aule.
Contrasto ai raggruppamenti: sono stati scaglionati gli orari di ingresso e di uscita e sono stati differenziati i punti di accesso all’edificio anche utilizzando ingressi secondari o normalmente condivisi, ad esempio con le Aziende che assicurano il servizio ristorazione. Sono stati formalizzati accordi per disciplinarne l’utilizzo condiviso. Sono stati rimodulati gli orari del personale docente e ATA per consentire la sorveglianza durante gli spostamenti e la praticabilità di attività in piccoli gruppi non solo obbligati dalla razionalizzazione degli spazi ma anche quando ritenuti necessari per lo svolgimento di particolari attività didattiche.
Misurazione della temperatura: pur se di competenza delle famiglie, moltissime scuole si sono dotate di termoscanner (ogni scuola ha scelto tra dispositivi per la misurazione individuale senza contatto, ma anche rilevatori facciali o di flusso). Lo scopo è quello di intercettare il più possibile fattori di rischio.
Igiene: tutte le scuole sono dotate di materiale igienizzante ad uso personale collocato agli ingressi e nelle aule e di sanificazione degli ambienti e hanno stilato protocolli che disciplinano orari e modalità di pulizia periodica e ricorrente nella giornata delle aule e degli spazi comuni.
Comportamenti di autotutela e di prevenzione dei contagi: ad ora le scuole stanno allestendo segnaletica visuale e informativa sia orizzontale che verticale che ricorda i comportamenti di prevenzione, hanno predisposto protocolli di prevenzione per tutto il personale con specificità che interessano i diversi ruoli. Al momento è limitato l’accesso ai locali da parte delle famiglie e di persone esterne alla scuola e, nel caso sia necessario, vi è tracciamento tramite la compilazione di appositi registri. I servizi amministrativi per le famiglie sono comunque erogati attraverso i canali telefonici, mail, sportelli digitali, registro elettronico, sito dell’Istituto. In molte scuole i docenti hanno già progettato attività informative a carattere ludico per facilitare nei bambini la comprensione delle regole di comportamento.
Contenimento della diffusione virale: come indicato dalle disposizioni normative ogni scuola ha individuato un locale dove far sostare chi dovesse accusare anche lievi sintomi e designato “referenti COVID” con il compito di mantenere i contatti con referenti ATS
Riprogettare la didattica
In questo quadro organizzativo si inseriscono le attività di riprogettazione dei percorsi didattici ed educativi a cura del corpo docente che si è impegnato confrontandosi da remoto durante l’estate e in presenza più di recente pianificando anche nuovi modi di fare scuola, pur scanditi da uso di mascherine e condizioni di distanziamento, che permettano il recupero ad esempio delle attività collaborative, laboratoriali, attive, relazionali sulla cui efficacia in termini di promozione dell’apprendimento e della formazione della persona la scuola oggi crede molto.
È pensiero sempre più diffuso tra i docenti che le competenze digitali acquisite da insegnanti e allievi nel corso del lockdown non debbano andare disperse.
Scuole del primo ciclo
Non si tratta, per la scuola del primo ciclo di istruzione, di attivare forme di Didattica a Distanza né di Didattica Integrata, prevista invece per gli istituti di scuola secondaria di II grado. Si tratta invece di integrare sempre più il digitale fra le risorse didattiche “ordinarie”. Significa contemplarne l’uso nella progettazione dei percorsi didattici anche durante le lezioni in presenza e di valorizzarne le funzioni che permettono di contrastare il rischio di scivolare, indotti dalle regole rigide di tipo sanitario, in quella didattica “di ritorno” che vede nella lezione frontale l’unico modello di riferimento e di cercare di restituire a bambini e ragazzi la fiducia nelle relazioni, nella collaborazione, nell’esplorazione dei saperi e nella loro conquista attiva seppur, al momento, a distanza.
Scuole del secondo ciclo
Per quanto riguarda le scuole secondarie di II grado, invece, il panorama si preannuncia diverso. Se per la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di I grado è prevista la sola didattica in presenza – a meno che non si verifichi un nuovo lockdown -, per la scuola secondaria di II grado è stata presa in considerazione da subito la DDI, Didattica Digitale Integrata, in modalità complementare alla tradizionale esperienza di scuola in presenza. Le Linee Guida pubblicate dal Ministero dell'Istruzione forniscono le indicazioni operative per la messa in pratica di questa modalità: a discrezione della scuola, verranno creati due turni di lavoro, su giorni o settimane alterne, suddividendo le classi o l'intero Istituto. Una metà lavorerà in presenza e l'altra a distanza. Come si evince dalle Linee è importante che i partecipanti di ciascun gruppo classe (sia il turno in presenza sia quello a distanza) seguano le lezioni in modalità sincrona, ovvero rispettando l'orario di lavoro. Inoltre, sempre per quanto riguarda le scuole secondarie di II grado, i docenti dovranno assicurare almeno venti ore settimanali di didattica.
Allo scopo le scuole dovranno riprogettare la didattica in modalità digitale, inclusiva e centrata sul protagonismo degli alunni in modo che questa non sia la mera trasposizione di quanto solitamente viene svolto in presenza e dotarsi di strumenti e connessioni per la sua attuazione. Al fine di semplificare la fruizione, ogni scuola dovrà assicurare unitarietà rispetto all’utilizzo di piattaforme e altre risorse digitali.
BES, personale scolastico e famiglie
Un’attenzione particolare è poi riservata agli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali: per questi andrà privilegiata la didattica in presenza con il loro docente di sostegno.
Molti nodi di criticità restano aperti, uno fra tutti il numero dei docenti e del personale ATA realmente in forza nelle scuole e considerato insufficiente. Per ora, in attesa di risposte dal ministero, le risposte possibili nelle competenze delle autonomie scolastiche messe in atto da molti Istituti sono la rimodulazione degli orari di servizio, la creazione di “banche ore”, la ridefinizione della scansione oraria della giornata scolastica, la richiesta di personale aggiuntivo.
In questo scenario ancora aperto a nuove soluzioni la collaborazione delle famiglie è ritenuta da tutte le scuole fondamentale per elevare il principio di responsabilità individuale e quello di corresponsabilità sociale. Sono stati infatti integrati in questo senso sia i regolamenti degli istituti che i patti di corresponsabilità scuola/famiglia.
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