Libro di testo: è ancora il fondamento della didattica, anche a distanza
Per i ragazzi di molte regioni italiane quest'anno è stato, probabilmente, l'anno più difficile della loro vita: isolamento, reclusione e l'interruzione di una delle attività fondamentali come la scuola in presenza, sostituita da un'altrettanto valida didattica a distanza. Nonostante le numerose contraddizioni come i disagi logistici e organizzativi, infatti, la scuola resta un luogo di aggregazione dove l'apprendimento si mescola alla socialità in forme diverse e variegate.
Tra le diverse problematiche sorte durante il lockdown, vi è stata senza dubbio l'organizzazione delle attività didattiche e l'introduzione di dispositivi elettronici, che sembra abbiano preso il sopravvento sui cari libri e quaderni. Eppure non tutto sembra perso: nel 2020, infatti, un gruppo di ricerca di INDIRE ha svolto un'indagine sulle pratiche durante il lockdown tra i docenti italiani di ogni ordine e grado.
Il primo dato positivo riguarda il tasso di partecipazione volontaria, che ha visto la collaborazione del 90% circa. Ma non solo, dalle loro risposte è emersa l'importanza e l'attualità di una metodologia di studio attraverso l'ausilio del libro cartaceo che non è uno strumento formale ma necessario per l'acquisizione delle nozioni principali.
Ovviamente viene fatta eccezione per i più piccoli che frequentano la scuola dell'infanzia, per i quali i contenuti digitali prodotti dalle maestre diventano prevalenti. Si registra in tal senso anche un aumento delle abilità degli adolescenti ad utilizzare programmi e applicazioni come word, e-mail e altre funzionalità Windows che generalmente si iniziavano ad usare più avanti.
Gli importanti risvolti dell'indagine di Indire
Quello risultato dall'indagine è un dato davvero incoraggiante, che ci fa sperare bene nella lunga vita del libro di testo anche nel caso della didattica a distanza. Se infatti la stessa ha imposto a tutti gli insegnanti di diventare più smart e veloci con i diversi supporti tecnologici, introducendoli alla multimodalità, alla multimedialità e alla capacità di mantenere alta l'attenzione della classe nonostante la distanza creata dal video, ha comunque mantenuto vivo il supporto cartaceo.
In questa direzione, il libro diventa un canale preferenziale ma non esclusivo all'insegnamento, al quale vengono aggiunte metodologie diverse e innovative. Non bisogna dimenticare che il lockdown ha causato l'impossibilità di andare in libreria o in cartolibreria per l'acquisto dei supporti cartacei, per questo il ricorso anche al libro analogico è diventato necessario per lo svolgimento delle normali attività.
Il digitale deve preoccuparci?
Quello che preoccupa, oltre ai risvolti di tipo sociale di questo periodo, è il rischio concreto che il libro analogico possa eclissare definitivamente quello cartaceo, che resta in ogni caso un supporto primario e indispensabile. Non dimentichiamo che ben venti anni di studi hanno confermato che il digitale con i suoi contenuti non può garantire un apprendimento ottimale, un mezzo imparagonabile al libro cartaceo che favorisce un apprendimento più sereno, meno stancante per gli occhi e per la mente.
E' significativo lo studio condotto da una ricercatrice norvegese di nome Anne Mangen. La donna raggruppò alcuni studenti chiedendogli di leggere un libro di circa 1500 parole, dividendoli in due gruppi: il primo doveva eseguire l'esperimento su un testo cartaceo e l'altro su un libro analogico. I risultati ottenuti stupirono la giovane insegnante che poté verificare da subito che i giovani che avevano letto sul libro cartaceo ricordavano precisamente il contenuto del testo, mentre gli altri ne rammentavano vagamente la trama. Questo succede perché anche il tatto, come la vista e l'odorato, sono importanti nella lettura e nello studio in quanto attivano alcune aree del cervello inviandogli dati specifici, aprendo la mente del lettore con più facilità.
Si tratta di un esperimento semplice ma illuminante per tutti noi, perché si fonda sull'esperienza e sulla comunanza dei risultati ottenuti da una platea differenziata di giovani. Questo genera speranza per le nuove generazioni e una convinzione sempre maggiore nel potenziale enorme del libro cartaceo e dei risultati che può ottenere.
Un ritorno alle origini, potremmo dire, ma anche una presa di coscienza del ruolo svolto dai supporti cartacei e della loro importanza come strumento per l'apprendimento. Mai come oggi, dunque, c'è una presa di coscienza rinnovata e convinta che solo il libro può salvare questa generazione di studenti.
Il ritorno al libro: regressione o consapevolezza della solidità dei metodi tradizionali?
Vi sarà senza senza dubbio qualcuno che considera l'idea di un ritorno al libro come supporto primario, come una sorta di regressione del mondo della cultura. Ebbene, questo modo di pensare e di concepire la scuola non spaventa ma anzi rafforza la convinzione che l'esperienza, l'intuito e la competenza degli insegnanti, oggi, contano più delle ideologie.
Questo periodo di chiusura e la necessità della didattica a distanza, pur essendo stati formativi da vari punti di vista, hanno maturato in ogni insegnante la convinzione che la scuola è fatta di banchi, penne, diari, quaderni e libri cartacei.
Non si tratta di un'idea né di una corrente di pensiero, come era ipotizzabile un decennio fa. L'esperienza, seppur positiva, della DAD e dell'utilizzo dei supporti digitali, ha rafforzato il ruolo del libro cartaceo tra insegnanti, studenti e genitori.
C'è chi pensa ad una regressione o ad una nostalgia del passato, ma i giorni trascorsi ad occuparsi delle lezioni online hanno insegnato a tanti docenti motivati che anche in questa situazione anomala il libro è stato un'ancora di salvezza a cui aggrapparsi. L'insegnamento moderno, infatti, a dispetto delle teorie più innovative, si basa ancora sul libro ed è meravigliosamente ordinario scrivere le pagine di storia da imparare sul diario.
Mentre si fa teoria ci si dimentica di trovare soluzioni
In un periodo di sperimentazione e di innovazione come quello che stiamo vivendo, i ragazzi insieme ai docenti hanno vissuto indubbi momenti di difficoltà, ma si sono legati a quelle ore di lezione che hanno fatto da collante. E in questa storia, il libro cartaceo è stato un ponte che ha condotto ogni giorno i ragazzi dalla routine della reclusione a mondi nuovi fatti di storia, luoghi lontani, note musicali, numeri e tutto quanto fa cultura.
Eppure, sempre più spesso si cade nell'errore di rimurginare sulle mancanze di quell'insegnante piuttosto che dell'alunno. Oggi più che mai, invece, è necessario rischiare trovando soluzioni adatte al momento storico e culturale che stiamo vivendo, con coraggio e partecipazione. Abbiamo bisogno di insegnanti visionari che non temono passi indietro a favore della cultura ma sono convinti dell'importanza di un ritorno al libro sic et simpliciter e di genitori che appoggiano gli insegnanti, incoraggiando anche gli studenti più demotivati.
Si tratta dei nostri ragazzi, del futuro della società, dei medici del domani, degli insegnanti del domani, di avvocati, infermieri e dei lavoratori del XXI secolo. Non possiamo trovare una soluzione al problema se non lo riportiamo alla realtà e in questo contesto, il libro non può essere sostituito da alcun supporto digitale ma deve invece affiancarlo, arricchirlo e aumentarne le potenzialità.
Come affrontare il problema: dare valore al libro cartaceo
Quando si parla di soluzioni da adottare, è necessario comprendere la necessità dell'intervento di tutte le figure interessate: insegnanti, genitori, alunni e autorità, nell'amara consapevolezza che molti ragazzi e genitori non sono ancora convinti del ruolo svolto dal libro nella didattica e da un'idonea formazione.
Basti pensare che molti genitori sono disinteressati alla formazione culturale dei loro figli e non premono per questo tipo di crescita. Ciò significa che diversi giovani non conoscono il ruolo che può avere la cultura nella loro vita come speranza di riscatto sociale e di formazione umana e sociale.
È importante che la scuola parta da questo dato per colmare il gap culturale che sfortunatamente esiste in molte regioni italiane, ponendovi rimedio con strumenti cartacei accessibili a tutti.
Il libro rappresenta un legame con la scuola, un collante con l'intera classe e consente un percorso formativo graduale e progressivo, sperimentato dagli autori stessi dei testi. In questa direzione, l'esperienza ci insegna che il ruolo didattico svolto dal libro non potrà mai essere sostituito da alcun altro supporto. Solo rendendo la cultura più accessibile sarà possibile diminuire la differenza sociale e culturale.
Solo allargando le possibilità di formazione e studio a tutti, si potrà garantire parità di opportunità a tutte le classi sociali.