Perché la Finlandia ha la migliore scuola del mondo?
Le origini di un'eccellenza scolastica
Negli ultimi anni il sistema scolastico finlandese è considerato il più virtuoso al mondo e rappresenta un esempio cui molti Paesi, Italia compresa, dovrebbero guardare. Il caso della Finlandia mostra come è possibile raggiungere l'eccellenza partendo da una base non proprio solida. Basti pensare che fino alla Seconda guerra mondiale la popolazione finlandese versava in condizioni di assoluta povertà rispetto ai paesi industrializzati, mentre oggi siamo dinanzi al paese più felice al mondo secondo il World Heppiness Report 2020, nonché uno dei paesi europei con il più alto tenore di vita. La svolta è avvenuta nel 1938, quando il governo ha deciso di regalare un "pacchetto maternità " alle neomamme, avviando un'ampia politica di welfare che negli ultimi decenni ha raccolti frutti succulenti. Del resto, ancora oggi le neomamme ricevono la baby box contenente pannolini, biberon e tiralatte.
Le politiche di welfare alla base del successo
L'onda lunga del welfare finlandese ha investito soprattutto il suo sistema scolastico, che ne ha beneficiato al punto tale da essere stato incoronato negli ultimi anni il migliore al mondo. Secondo i dati raccolti dalla Global Partnership for Education, nel 2019 la scuola finlandese ha preceduto addirittura paesi virtuosi come Germania e Canada. Ormai la scuola finlandese è in vetta alla maggior parte delle classifiche più accreditate, il che dà la misura di come questo settore sia strettamente legato alle politiche sociali di uno Stato. È difficile pensare che le lacune del sistema scolastico italiano, dall'inadeguatezza degli stipendi ai deficit strutturali, non siano connesse con il modico 4% di PIL che il Belpaese destina alla scuola. Per fare un esempio, la Francia ha un potenziale di investimento equiparabile al nostro, però spende il doppio di noi per la scuola.
Corpo docenti tra i più giovani d'Europa
Non è una faccenda che ruota attorno a quanto si investe per la scuola, perché gioca un ruolo fondamentale anche il modo in cui si spende. Stando alle statistiche di un'istituzione autorevole come la Education at a Glance, il corpo docenti finlandese è tra i più giovani in Europa: il 7% degli insegnanti ha meno di 30 anni e il 57% ha un'età inferiore ai 50 anni. Il confronto con il corpo docenti italiano è impietoso, se si pensa che da noi appena l'1% degli insegnanti è under 30 e il 58% è over 50. Non è un dato da sottovalutare, anzi è la cartina al tornasole attraverso la quale guardare l'organizzazione del sistema scolastico della Finlandia. Il paese più felice al mondo ha puntato forte sulla modalità di apprendimento, anziché sull'efficienza. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: secondo l'OCSE, gli studenti finlandesi battono tutti gli altri quanto a capacità matematiche.
Formazione di alto livello per i futuri insegnanti
In Finlandia i bambini sono al centro della società e questo è dimostrato dalle politiche del secondo dopoguerra. Non sorprende che oggi gli insegnanti finlandesi godano di profondo rispetto e guadagnino il giusto. Oltre che mediamente più giovani dei loro colleghi europei, i docenti finlandesi ricevono una formazione di alto livello. Si diventa maestri dopo una magistrale e una specializzazione, ma quel che fa la differenza è che nel corso degli studi universitari i futuri maestri iniziano a insegnare in una scuola materna come docenti aggiunti. Si tratta di un vero e proprio tirocinio che spiega il motivo per cui il corpo docente finlandese è sia più giovane sia mediamente più preparato rispetto ai colleghi italiani o francesi.
Riforma della scuola finlandese
Se le politiche di welfare hanno ricevuto un forte impulso nel secondo dopoguerra, è negli anni Settanta che la scuola finlandese è stata riformata dalle fondamenta. Da allora la scuola dell'obbligo prevede nove anni di insegnamento e anche qui c'entra la politica sociale adottata dagli ultimi governi finlandesi. In effetti la scuola materna inizia a 7 anni, ma il primo anno è facoltativo. Si tratta di una soluzione difficilmente praticabile in Italia, mentre le normative finlandesi prevedono fino a 3 anni di congedo parentale. A ciò si aggiunga tutta una serie di attenzioni dedicate ai bambini e alle neomamme, a partire proprio dal baby box vecchio ormai di 80 anni. Il caso della Finlandia dimostra come il successo del sistema scolastico dipenda in larga parte dalle misure di welfare.
La ricerca fa scuola
Le autorità finlandesi fanno di tutto per rendere più facile la vita dei genitori, ma è anche vero che la filosofia di apprendimento è completamente diversa rispetto a quella adottata dalla stragrande maggioranza dei paesi occidentali. La Finlandia ha la scuola migliore del mondo, soprattutto perché ha abolito la competizione a tutti i costi e ha messo al centro della vita scolastica la cooperazione. Allo sviluppo di questa precisa filosofia di apprendimento ha contribuito una riforma della scuola che ha dato credito alla ricerca in materia e non a meri calcoli politici. Anche le più recenti riforme del comparto scolastico si basano in prevalenza sulle direttive della ricerca: il ministro dell'istruzione non ha paura di sperimentare nuove soluzioni educative.
Innovazione del modello didattico
Nel 2015 è stata introdotta in Finlandia la collaborazione tra docenti e alunni a scapito della cara vecchia lezione frontale. Gli stessi insegnanti sono invitati a pensare fuori dagli schemi e in ciò la loro giovane età aiuta. In Italia qualcosa si muove in questo senso, a giudicare dalla diffusione delle scuole Senza Zaino. Si tratta di un modello didattico che abolisce la cattedra centrale, si basa sulla divisione degli spazi in aree di lavoro e ai voti preferisce le valutazioni motivazionali. Siamo dinanzi a un'eccellenza del nostro sistema scolastico, mentre in Finlandia questa metodologia didattica è ampiamente diffusa e sta per soppiantare la vecchia scuola. Del resto in Finlandia tutte le scuole sono di ottimo livello e ciò si deve al fatto che il settore pubblico ha posto un potente freno alla privatizzazione, tanto è vero che gli istituti paritari sono espressamente invitati a collaborare con le scuole statali.
Lunghe pause ricreative
Per legge i maestri finlandesi devono concedere ai bambini una pausa di 15 minuti ogni ora di lezione. È un po' come insegnare secondo la celebre tecnica del Pomodoro, cioè alternando studio e pausa ricreativa. Evidentemente lo spazio lasciato al gioco fa la differenza, stando ai risultati ottenuti nei test dagli alunni finlandesi. Ancora una volta in questo tipo di approccio didattico c'entra la ricerca, perché è stato ampiamente dimostrato che quanti prevedono un intervallo di un quarto d'ora tra le lezioni apprendono più facilmente. Ciò non significa affatto che in classe si lavori poco. È vero semmai il contrario, se si considera che quasi tutti i compiti vengono svolti a scuola. In questo modo i bambini dispongono di più tempo da condividere con la famiglia e da dedicare alle proprie passioni. Il sistema scolastico finlandese è di un livello tale che a casa ci si può permettere di studiare meno, senza che i risultati ne risentano.
Niente voti in pagella
Nella scuola migliore del mondo si imparano tre lingue, si dà ampio spazio alle attività extra-didattiche e si portano pochi compiti a casa. I docenti ricevono un'eccellente formazione, vengono selezionati con cura e sono seguiti da un tutor nel corso dei primi anni di insegnamento. In classe si impara sia sui libri sia sperimentando: sembra di sentire Einstein, secondo il quale apprendere significa fare esperimenti e tutto il resto è mera informazione. Fino ai 13 anni si fa a meno dei voti, ai quali si preferiscono l'impegno e l'attitudine a migliorare. Anche dopo i 13 anni le valutazioni motivazionali giocano un ruolo importante e anzi il corpo docenti deve fare in modo che nessuno resti indietro. L'apprendimento viene visto cioè come una possibilità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità. Per questo motivo gli alunni vengono divisi sia in base agli interessi, sia per livello di apprendimento. L'obiettivo dichiarato della scuola migliore del mondo è di evitare a tutti i costi un livellamento verso il basso.