Cos’è la didattica non convenzionale e come si può usare a scuola?
L’obiettivo principale della scuola è quello di creare uomini che sono capaci di fare cose nuove, e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto.
JEAN PIAGET
Se la scuola porta sulle spalle il pesante fardello di dar vita a generazioni pronte ad affrontare con coraggio le sfide più difficili che la vita pone loro innanzi, è giusto che sia la prima ad imparare a fronteggiare le difficoltà, i momenti di crisi e anche situazioni straordinarie come quella del Coronavirus, mostrando a tutti il coraggio di cambiare metodo e sistema, pur di raggiungere i propri obiettivi.
Quando il Ministero dell’Istruzione ha preso coscienza della gravità pandemica che l’Italia stava vivendo, ha introdotto la didattica a distanza in tutte le scuole, dalle primarie a quelle post-universitarie con la sola esclusione della materna che non hai mai interrotto le lezioni in presenza. E per dare un segnale chiaro ai docenti, focalizzando l’attenzione sugli obiettivi da raggiungere, ha diffuso la circolare del 17 marzo 2020, conosciuta come emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus, che ha aperto un percorso differenziato rispetto al passato, mirato a soddisfare le necessità degli studenti superando le difficoltà di apprendimento nascenti dal nuovo metodo di insegnamento a distanza.
Questo ha significato anche l’introduzione di sistemi non convenzionali alla DAD in grado di potenziare il raggiungimento degli obiettivi in modo sereno e naturalmente adatto alle diverse fasce di età. Infatti, così come la scuola in presenza è fatta di laboratori, progetti e corsi extra che potenziano le competenze, allo stesso modo la didattica a distanza necessita di circuiti non stereotipati che aiutino i docenti ad infiammare gli studenti tenendo sempre alta l’attenzione e l’interesse per la conoscenza.
Suggerimenti per una riprogettazione razionalizzata della didattica a distanza
All’interno della circolare emessa dal Ministero dell’Istruzione vi sono una serie di prescrizioni che i docenti devono scrupolosamente seguire. A ciascuno di loro viene infatti richiesto di rispettare il programma ministeriale specificando il tipo di scuola, la materia insegnata e la classe, oltre alle abilità, competenze e conoscenze così come sono state modificate rispetto all’iniziale programmazione.
Specifichiamo che quando si parla di competenze da acquisire, si fa riferimento alle stesse di sempre, come la competenza multilinguistica, matematica, digitale e tutto ciò che è previsto nel programma didattico nazionale anche se acquisite con strumenti differenziati.
La parte interessante della circolare, invece, riguarda la necessità da parte del docente, di scegliere prima e poi indicare, i materiali di studio non convenzionali che intende adottare come ausilio per le sue lezioni. Si tratta di schede, libri digitali, filmati, YouTube, materiale realizzato dall’insegnante e le lezioni RAI o Treccani.
Il Ministero ha poi richiesto espressamente l’utilizzo di e-mail, del registro elettronico e di piattaforme progettate ad hoc come Google education, Edmodo, Teams di office 365 o di altre app più conosciute tra i ragazzi come WathsApp, Twitch, Skype e altri utili strumenti che possono essere d’aiuto non solo per la migliore comprensione dei temi trattati ma anche per una valutazione dello stato di preparazione dello studente.
Indicazioni chiare che arrivano direttamente dal Ministero dell’Istruzione e che sono state accolte con altrettanta disponibilità da parte dei docenti. Gli stessi, infatti, dopo un primo momento di disagio, si sono adeguati al ricorso di supporti digitali, applicazioni e programmi utili per un accompagnamento didattico non convenzionale ma estremamente utile e produttivo.
In questa direzione, la DAD è diventata non una sterile imitazione delle lezioni in presenza ma un’importante alternativa che ha suscitato interesse e attenzione negli studenti, abbattendo i muri creati dal pc e dall’assenza di condivisione.
Riprogettazione delle attività a distanza e nuove iniziative: l'impegno dei docenti per adattarsi al digitale
Attraverso un’attenta rilettura dei dettami imposti dal Ministero dell’Istruzione e tenendo presente l’esperienza sul campo dei docenti, ciò che è emerso in questi mesi di didattica a distanza è la necessità di elaborare metodologie diverse e interessanti, che catturano l’attenzione degli studenti facilitando la comprensione e la memorizzazione di importanti contenuti.
Un percorso che non segue la vecchia programmazione elaborata per le lezioni in presenza, ma utilizza sistemi differenziati potenziati dall’introduzione di una didattica non convenzionale. Se, infatti, all'inizio è stato complicato abituarsi all'insegnamento attraverso lo schermo del pc, senza il naturale incontro di persone, voci e sguardi, privandosi della condivisione degli spazi comuni, con il passare delle settimane vi è stata l'acquisizione delle giuste abilità da parte del corpo docenti e un contestuale adeguamento degli strumenti didattici da parte di molte importanti piattaforme.
Molti insegnanti, ad esempio, sono ricorsi all’utilizzo di podcast per l’esemplificazione di materie come l’aritmetica e la geometria, la storia dell’arte o scienze, ma anche di video realizzati da esperti di materie come la geografia astronomica o la grammatica italiana e pubblicati sulla famosa app di YouTube. Tecniche diversificate che possono essere definite veri e propri stratagemmi per sopperire alla mancanza di spiegazioni e laboratori in presenza. Una sorta di ponte tra la casa di ciascun allievo e la sua classe, fatta di spiegazioni, sguardi, storielle e tutto quello che rende la scuola una meravigliosa realtà sociale.
Ogni supporto, ovviamente, deve essere utilizzato non durante la didattica a distanza ma come materiale da visionare durante i compiti e magari rielaborarlo con una sintesi o con schemi per favorirne la memorizzazione. In questa direzione, molti importanti siti hanno aperto canali specifici dedicati a studenti e docenti con consigli, suggerimenti e metodologie innovative di apprendimento. Tra la moltitudine di proposte elaborate, una delle più valide è stata senza dubbio quella dei programmi didattici Rai, un esempio virtuoso di metodo di insegnamento non convenzionale apprezzato sia dai docenti che dagli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.
Rai e i programmi didattici in pandemia: un esempio virtuoso di DAD non convenzionale
Mossi dalle esigenze nate dalla pandemia, i canali Rai dedicati alla cultura hanno cambiato il palinsesto dal 9 marzo 2020, offrendo una tipologia di programmazione proiettata maggiormente alla didattica, per fornire strumenti d’insegnamento alternativi ai docenti già in difficoltà. A partire da Rai Storia, due volte a settimana viene trasmesso un programma in 24 puntate dal nome Viva la Storia, realizzato con l’aiuto dei ragazzi ed esperti storici, passando per altri importanti temi che riguardano l’alimentazione, la medicina, l’istruzione, l’arte e l’ingegneria. La serie racconta della storia, dall’antichità ad oggi e viene integrata da interessanti documenti, contenuti extra, mappe interattive e webdoc.
Si tratta di contents alla portata di tutti i ragazzi, con lezioni che chiariscono temi particolarmente difficili di chimica, geofisica, letteratura, filosofia e astrofisica. In questo contesto i programmi di didattica Rai diventano un vero e proprio trampolino di lancio per accedere a forme di trasmissione del sapere nuove e metodi di apprendimento inediti e molto efficaci che pur non prevaricando mai la bellezza del contatto umano, sono diventati uno strumento nuovo per gli insegnanti da utilizzare in questo periodo di pandemia e perché no, anche in futuro, quando tutto ritornerà alla normalità e la didattica riprenderà le forme più tradizionali.
L’utilizzo della didattica a distanza non convenzionale rappresenta una concreta soluzione per gli alunni e per i docenti che vogliono continuare ad acquisire conoscenze sempre nuove dando continuità alla scuola. In questo modo la distanza sembra dimezzarsi perché ciò che emerge in modo prepotente è la voglia di continuare nonostante tutto, senza il timore di restare soli, senza restare nella propria zona di comfort a tutti i costi, ma pronti ad ampliare i propri orizzonti e le proprie abitudini.
Programmi che aprono le menti e trasformano gli specchi in finestre, come diceva Sydney J. Harris, incendiando gli animi, non solo degli alunni ma anche degli stessi insegnanti. Proprio per questo la didattica non convenzionale può essere un’opportunità importante per l’intero corpo docente, un passo verso il futuro, soprattutto in questo periodo così difficile.