Il razzismo spiegato a mia figlia: come il libro di Tahar Ben Jelloun può aiutarci a spiegare una questione complessa

02 novembre 2021 5 minuti
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Come spiegare il razzismo a mia figlia? Come trattare argomenti delicati con i figli? Sono domande importanti che genitori e insegnanti hanno il dovere di porsi. Razzismo non è solo una parola, ma è un concetto vero e proprio ricco di molteplici sfumature, al punto che in molti casi (purtroppo) potrebbe addirittura passare per essere un fenomeno normale, appartenente alla società. In realtà così non dovrebbe essere ed è bene che i giovanissimi lo comprendano il prima possibile.

Ecco perché è importante riuscire a spiegare il razzismo ai bambini e ai ragazzini in maniera diversa e comprensibile, in modo che possano farsi presto un'idea corretta di un aspetto sicuramente negativo che da sempre caratterizza la vita dell'uomo. Tale compito spetta anche alla scuola che ha, nei suoi programmi didattici, lo studio della storia, della sociologia, dell'antropologia e dell'etica.

Che cos'è il razzismo? Realmente, cosa significa essere razzisti? Che conseguenze si manifestano nelle persone colpite da razzismo? Sono tutte domande lecite alle quali non è facile fornire risposta.

 

Come spiegare il razzismo grazie ad un libro

Per gli insegnanti non è semplice affrontare l'argomento razzismo e non lo è nemmeno per i genitori: tanti sono i quesiti da parte di bambini e ragazzini che chiedono lumi in materia. Per facilitare il compito, viene in aiuto Tahar Ben Jelloun, autore di testi importanti che risultano efficaci nel loro intento, grazie ad un linguaggio comprensibile, non troppo articolato e particolarmente diretto.

Grazie al libro dal titolo "Il razzismo spiegato a mia figlia" egli riesce a raccontare le origini del concetto, studiarne le conseguenze e porre in risalto alcuni aspetti in grado di lasciare al lettore diversi spunti di riflessione. Il suo approccio è diretto e si manifesta con naturalezza. La definizione principale che l'autore fornisce è lapidaria: il razzismo viene definito come l'idea comportamentale di una persona che, non avendo lo stesso colore della pelle, non parlando la stessa lingua, non condividendo le medesime origine etniche e non vivendo uguali tradizioni, si sente migliore di un'altra.

Ma vi è anche un'altra definizione, forse ancor più forte: il razzista è colui il quale pensa che le diversità degli esseri umani possano rappresentare una minaccia per la propria serenità. Il testo spiega come il razzismo non sia da considerarsi un effetto, ma rappresenti una causa derivante dal comportamento delle persone In buona sostanza, non è che un soggetto diventa razzista per combattere un male o un disagio, ma è il razzismo stesso che è fonte di quella stessa situazione.

 

Il libro e i suoi contenuti

Il libro "Il razzismo spiegato a mia figlia" parte dal presupposto che nessuno nasce razzista, ma lo diventa nel tempo in seguito ai messaggi che la società passa quotidianamente e in base al percorso educativo che viene vissuto durante la vita. Ecco perché un'altra definizione di razzista descrive il concetto come derivante da un complesso di inferiorità (o di superiorità) che si forma nelle persone, portandole a manifestare esternazioni di disprezzo e di odio. E' importante far capire ai giovani che essere razzisti non è cosa naturale, ma, al contrario, è una manifestazione per nulla ragionevole di ira, di disagio e di discriminazione.

Un soggetto diventa razzista fondamentalmente per un pregiudizio verso qualcun altro. Spesso tale idea nasce dalla paura e dal timore che una persona ha verso qualcuno del quale non ha conoscenza, come uno straniero, uno con la pelle diversa o con le idee diverse. Essere nati in un luogo piuttosto che in un altro non deve essere una colpa da far pagare facendo sentire un uomo inferiore e superiore.

All'interno del testo di Tahar Ben Jelloun vi sono frasi estremamente chiare che aiutano genitori e insegnanti a far capire ai ragazzi cosa sia il razzismo, trasmettendo loro un messaggio forte e diretto che pone in risalto come il disprezzo e l'aggressività siano quasi sempre frutto di una paura intrinseca derivante da un pregiudizio negativo verso qualcuno. Per far comprendere meglio il concetto di razzismo ai più giovani è importante chiarire che tale fenomeno si possa palesare non solo attraverso il colore della pelle, ma anche sotto altre forme. Dare una definizione del termine basandosi unicamente sull'estetica sarebbe riduttivo e, in parte, anche sbagliato. La storia dell'uomo insegna come, in epoche diverse, il razzismo si sia manifestato mediante svariati modi, in molteplici luoghi e con conseguenze diverse, specialmente attraverso discriminazioni.

Per avere spiegare in modo ancor più efficace cosa sia il razzismo è consigliabile parlare di genere umano e non di razze umane. E' opportuno prendere coscienza dell'esistenza di un genere umano all'interno del quale vi sono persone con origini diverse che si evincono dal colore della pelle, dai luoghi di nascita e dalla cultura, senza però stabilire a priori una classifica. Se tale espressione riuscirà a penetrare nella testa dei ragazzi, potremmo davvero avere un mondo futuro in cui il fenomeno razziale sarà minimizzato. Ciò porterà direttamente ad una conseguenza importante: nessuno potrà pensare che un soggetto di pelle bianca sia migliore di uno con pelle scura.

 

Il razzismo spiegato da Tahar Ben Jelloun

Il titolo "Il razzismo spiegato a mia figlia" offre molteplici chiavi di lettura di tale concetto che possono essere utilizzati nella didattica scolastica. Uno degli scopi di Tahar Ben Jellun è tracciare un profilo "umano" del soggetto razzista. Quest'ultimo pensa di essere l'unico vero possessore della verità non riuscendo a fornire un valore agli altri, dato che non ha interesse capire gli aspetti positivi e negativi delle persone. L'atteggiamento razzista porta ad una mancanza di rispetto verso il prossimo, il quale viene denigrato da un atteggiamento non solo egoistico, ma addirittura dispregiativo. Di solito la persona che si dichiara razzista o che ne segue il comportamento, si dimostra poco intelligente poichè sviluppa le proprie ideologie discriminatorie sulla base di parametri non oggettivi, ma soggettivi e preventivi, basandosi su pregiudizi e su affermazioni mai verificate. Il razzista rappresenta un pericolo per sè stesso ed rischia di diventare elemento destabilizzante della società. Tutto questo si evince analizzando il testo in questione grazie all'abilità dell'autore nel descrivere con semplicità, ma con grande verità, una piaga sociale mondiale.

Lo stile di scrittura che caratterizza l'approccio al tema deriva da un dialogo che lo scrittore ha avuto con sua figlia, la quale ha raccontato al padre un discorso svolto con un paio di sue amichette di scuola. La ragazzina ha sollevato al papà alcuni aspetti che lui ha preso come spunto per poter poi sviluppare il testo. Dalla riflessione della bambina scaturisce come il razzismo rappresenti una tra le più grandi ingiustizie al mondo e, come tale, è bene agire affinché in futuro non si possa affermare ulteriormente. La figlia ha posto al padre la domanda che è poi stata assunta a titolo del libro e l'adulto si è reso conto che non è possibile fornire una spiegazione unicamente basandosi sulla storia, su racconti che vorrebbero l'inclusione di tematiche non semplici da comprendere. Al tempo stesso non sarebbe stato sufficiente liquidare la risposta prendendo come riferimento unicamente le notizie di cronaca riportate dalla televisione moderna. Ecco quindi che l'idea dell'autore è stata quella di tracciare un percorso narratorio che possa essere utile a chi, come lui, si troverà a rispondere alle domande dei proprio figli sul tema del razzismo, trasformando la questione in un piacevole dialogo in famiglia o a scuola.

L'uso dei vocaboli corretti è un fattore chiave al quale la società attuale dovrebbe prestare attenzione: ci sono termini che, detti in un determinato contesto e in un certo tono, possono risultare pericolosi agli occhi dei figli, i quali potrebbero fraintendere il significato. La lotta contro il razzismo va portata avanti ogni giorno, senza perdere di vista i metodi e l'insegnamento di una cultura sociale totalitaria. Si sente spesso dire che i giovani rappresentano il futuro ed in effetti è così. L'unico modo per cancellare il razzismo è lavorare oggi sui target dei giovanissimi.