Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza contro le donne: memento per l'importanza di trattare tematiche di genere
Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come data da dedicare alla Giornata Internazionale per eliminare la Violenza contro le Donne. Un evento storico che ha subito molteplici trasformazioni, fino a diventare una delle date più commemorate dell’anno, sia per combattere questo tumore silente che dilaga nella nostra società che per istruire le nuove generazioni, invitandole a non ripetere gli stessi errori. Come sempre quando si parla di temi scottanti e di grande rilevanza sociale, la scuola deve essere investita di un ruolo primario, affinché diventi portavoce di una nuova ideologia di dialogo, pace e comprensione. Proprio per questo ogni anno vengono organizzati convegni, laboratori o lezioni specifiche tenute da avvocati coinvolti in prima linea nella lotta contro la violenza sulle donne, da assistenti sociali e psicologi che offrono il loro contributo in modo gratuito, per educare le nuove generazioni. Basti pensare alle associazioni di volontariato, spesso fondate da donne che hanno subito e poi superato. Storie di grande violenza e di soprusi, di ragazze e mamme che con coraggio sono riuscite a ritrovare la luce dopo anni di sopraffazione, fino a diventare loro stesse angeli che sostengono persone in difficoltà.
Storie di donne che aiutano altre donne e che all’approssimarsi del 25 novembre organizzano stage e discorsi per aprire le menti dei più piccoli, facendgli comprendere il valore del rispetto verso le loro compagne del futuro, il senso dell’amore per una donna, che non è mai violenza e dolore procurato. Ecco perché è importante andare nelle scuole di ogni ordine e grado presenti sull’intero territorio italiano e organizzare attività creative, ludiche e didattiche che stimolino la sensibilità dei giovani verso questo tema così importante.
Le iniziative Miur nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Per rendere operativa questa giornata e allargare le iniziative a ogni istituto presente nel nostro Paese, il Ministero dell’Istruzione ha divulgato la nota numero 23622 del 20 novembre con la quale ha invitato ogni scuola a promuovere diverse iniziative sul tema della violenza sulle donne. E con la risoluzione del 17 dicembre 1999 numero 54/134 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito che il 25 novembre di ogni anno debba essere consacrato alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una chiamata diretta alle organizzazioni internazionali, ai Governi nazionali e locali, alle ONG presenti sul territorio e a tutte le piccole associazioni a organizzare attività miranti a sensibilizzare l’intera opinione pubblica sull’argomento. Si tratta di un monito che nessuno può trascurare e che, anzi, va esteso anche alle piccole realtà locali che in modo silente ogni giorno combattono sul fronte delle violenze domestiche a danno del gentil sesso. Basti pensare alle associazioni di categoria che si spendono in modo totalmente gratuito per riconoscere e tutelare i diritti delle giovani donne sfruttate per la prostituzione, per il riconoscimento dei diritti civili delle famiglie delle vittime di femminicidio e di tutte le ingiustizie che le giovani subiscono ogni giorno nel mondo. Per questo, il ministero estende l’invito a svolgere le attività per l'intera settimana, cha va dal 23 al 27 novembre e coinvolge le istituzioni scolastiche appartenenti a ogni ordine e grado.
I laboratori possono spaziare dagli approfondimenti sul tema, alla promozione di iniziative specifiche sull’argomento fino all’organizzazione di conferenze nel proprio Comune, alle quali si aderisce con l’intera classe. Tenendo conto delle diverse fasce d’età e della sensibilità di ogni studente, i docenti sono tenuti a partecipare a quelle iniziative che stimolano la sensibilità del singolo e mirano a contrastare con ogni mezzo, materiale e culturale, il fenomeno dilagante e quanto mai doloroso della violenza di genere.
Raccontare storie vere per formare gli uomini del futuro
Per rendere chiaro il fenomeno e il numero dei casi presenti sul nostro territorio, è necessario rendere partecipi anche le associazioni che operano attivamente, fornendo spiegazioni dal punto di vista legale e sulle modalità con cui aiutare le donne che si trovano in situazioni di pericolo. Mai come oggi la scuola svolge un ruolo di primaria importanza perché vive in relazione con le nuove generazioni, le conosce, interagisce con loro ed è in grado di stimolare la loro mente in modo costruttivo. Se, infatti, le iniziative contro la violenza di genere si rivelano importanti in tutte le strutture e per ogni cittadino, di ogni età, sesso e cultura, la scuola vive il vantaggio di creare legami con gli uomini del futuro, con le donne del domani, con i professionisti che possono mettere il loro sapere a disposizione del prossimo. Secondo l’Associazione Nazionale Psicologi Italiana, quando un bambino viene educato fin da piccolo al rispetto verso la donna e a canalizzare la propria aggressività in modo adeguato e non contro la persona con cui ha scelto di vivere, i casi di violenza si riducono in modo notevole. E ciò di cui abbiamo bisogno è proprio questo: arginare il fenomeno, impedendo che altri casi di violenza accadano ancora.
Quando la scuola diventa maestra anche di vita
Assistiamo, oggi, all’aumento dei casi di violenza di genere in ogni ambiente sociale, le mura domestiche diventano spesso teatri di tragedie che si consumano senza che i vicini si accorgano di nulla, aziende nelle quali la donna viene sistematicamente discriminata e strade che vedono femminicidi precoci e sanguinolenti. La portata del problema è così ampia che non può più essere ignorata, le donne che subiscono violenza gridano vendetta e non serve più proteggerle solo ma cambiare completamente la mentalità degli uomini, partendo proprio dai bambini. Per amplificare l'eco dell'evento, i docenti usano spesso pubblicare i lavori dei ragazzi sulla piattaforma della scuola, per condividerli con altri istituti mostrando la grandezza dei pensieri e la bellezza delle intenzioni dei più piccoli.
Noi di scuola.net leggiamo con grande interesse i lavori eseguiti: la meraviglia che provano alcuni nell'ascoltare storie talvolta lontane dal proprio contesto familiare ma anche il terrore, in altri, di comprendere che le dinamiche vissute nella propria casa, non fanno parte della normalità, hanno un nome e si chiamano violenza contro le donne. Sappiamo che questa iniziativa non serve solo a formare i futuri adulti al rispetto e all’amore verso le donne ma anche a dare speranza a chi vive condizioni di pericolo e violenza, facendogli capire che una via d’uscita esiste ed è percorribile affidandosi alle persone giuste. L’esperienza nel mondo della scuola ci ha fatto comprendere l’importanza di invitare, in questi giorni, anche avvocati in grado di spiegare la gravità del reato perpetrato e le possibili soluzioni procedimentali. Ascoltare storie di donne che hanno vissuto l’incubo ma che ne sono uscite, dunque, per dare la speranza che ogni situazione può essere superata quando la si affronta nel modo giusto. Via libera, allora, ai convegni, ai discorsi chiari e alla portata dei piccoli dove si racconta la realtà dei fatti ma senza spaventare, chiedendo loro, successivamente, di esprimere pensieri spontanei sul tema, interventi e disegni sull'argomento.
Il ruolo del Governo: dare voce alle vittime con azioni concrete
In quest’ottica, la ministra Lucia Azzolina, in collaborazione con il Ministro dell’Istruzione, Alfonso Bonafede, hanno lanciato la sfida anche per quest’anno con interviste sulle grandi reti televisive e coinvolgendo direttori didattici, presidi di molti istituti comprensivi e autorità locali, per dare la giusta rilevanza all’iniziativa. Senza grandi giri di parole ma con la chiarezza che contraddistingue la nostra ministra, la stessa ha evidenziato la necessità di tenere sempre alta la guardia senza dimenticare che ogni gesto di violenza compiuto contro una donna non è solo un’offesa a chi lo riceve ma tutti i cittadini. Si tratta, infatti, della violazione di principi costituzionali il cui rispetto dobbiamo garantire a ogni costo, per assicurare il mantenimento dello Stato di diritto che tutela le fasce più deboli in ogni situazione. Contro la violenza e la sopraffazione, l’unico strumento efficace è la cultura, come "arma gentile" ma che raggiunge l’obiettivo senza errori perché parla alle coscienze, scuote le menti intorpidite e aiuta a riflettere su argomenti di questa portata. Ricordiamo che il Ministero dell’Istruzione e quello della Giustizia hanno promosso un nuovo concorso denominato "Il nuovo Codice Rosso" che si rivolge alle scuole di primo e secondo grado primarie e secondarie e mira a rafforzare la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica e di genere. Prendendo il nome della legge Codice Rosso n. 69/2019, ogni studente può partecipare al concorso in gruppo o singolarmente elaborando un video, un cortometraggio, uno spot fino a opere musicali e teatrali sul tema, mostrando la loro vicinanza e la loro solidarietà a ogni donna violata.