Le vacanze estive nelle scuole europee: vantaggi e svantaggi della pausa estiva più lunga d'Europa
Oggetto di discussione da oltre 10 anni, motivo di contesa tra le forze politiche e fonte di lunghi dibattiti da parte delle istituzioni, la durata della pausa estiva a scuola desta molte perplessità. In America, ad esempio, si parla di "summer brain drain" (svuotamento del cervello in estate) per evidenziare il vuoto culturale che la fine delle lezioni crea nel lungo periodo. In Europa, invece, le istituzioni sono divise tra coloro che ritengono opportuno ridurre le settimane di vacanza e chi, al contrario, reputa impossibile fare lezione con il caldo di giugno e all’interno di strutture prive di climatizzazione. Ma andiamo con ordine, partendo dalle origini della polemica fino alle ultime proposte.
Le vacanze estive: ecco cosa succede nel mondo
In Italia, così come in Lettonia e Lituania, le vacanze estive scolastiche durano più a lungo rispetto alle altre nazioni: si parla di 13 settimane rispetto alle 10 settimane concesse in Svezia e Finlandia e le 6 della Germania, della Danimarca e del Regno Unito. L’elenco, non esaustivo, degli stati che scelgono vacanze lunghe ci mostra un primo dato interessante: la durata del riposo scolastico non dipende solo dalle temperature elevate che si registrano a giugno, ma anche da altri fattori di natura storica e sociale che affondano le loro radici nel passato. Secondo il dato comune, infatti, nel nostro paese le lezioni non possono proseguire oltre la prima decade di giugno a causa dell’arrivo del caldo che limiterebbe la capacità di apprendimento degli alunni e quella di insegnamento dei docenti. Eppure, quella delle temperature non sembrerebbe essere l’unica ragione che porterebbe il Ministro dell’Istruzione a fissare vacanze estive così lunghe. A ben vedere, infatti, l’Italia si trova nella stessa posizione di molti paesi del nord Europa, mentre la Spagna, che vanta un clima mediterraneo come il nostro, ne ha due in meno. È interessante considerare come alcune legislazioni preferiscano concedere periodi di vacanza estiva meno lunghi con piccole pause scolastiche più frequenti durante l’anno. Ciò significa che il numero di giorni liberi è lo stesso ma distribuiti diversamente, secondo il criterio del mid-term break, oltre ovviamente alle feste natalizie e pasquali che completano il numero di giorni previsto da tutte le scuole. Ma quali sono i vantaggi di una pausa più breve? E perché in Italia si continuano a concedere settimane così numerose?
Vantaggi e svantaggi della pausa estiva più lunga d'Europa
Nonostante la lunga diatriba che vede due contrapposte fazioni, i vantaggi e gli svantaggi di una pausa estiva così lunga sono davvero numerosi. Il primo vantaggio delle vacanze lunghe è di natura psico-fisica: secondo una certa corrente di pensiero, infatti, dopo il lungo periodo di studio occorre un lasso di tempo consistente per smaltire la stanchezza e lo stress accumulato, lasciandosi andare al riposo e alle attività all’aria aperta. Si tratta di un criterio utilizzato anche dagli sportivi o da chi affronta diete restrittive molto lunghe, regimi severi a cui devono corrispondere giorni di libertà per consentire alla mente di ripartire nel modo giusto. Diciamo la verità, nei Paesi del Sud sarebbe difficile immaginare giornate di lezione come quelle invernali con il caldo asfissiante e senza l’aiuto di condizionatori, che mancano in quasi tutte le strutture. Le stagioni, dunque, condizionano i ritmi della vita degli studenti invitandoli, in estate, a svolgere attività alternative altrettanto educative come, ad esempio, giocare in libertà con gli amici, dedicarsi ai propri hobby senza il peso dei compiti e stare più tempo con la propria famiglia, vivendone appieno la quotidianità.
Gli svantaggi delle vacanze troppo lunghe
Questo vantaggio, però, non è un criterio valido per tutti gli alunni perché si scontra con alcune criticità che riguardano soprattutto le fasce socio-economiche più deboli. Nelle grandi città, infatti, dove non ci sono spazi adeguati all'aperto per trascorrere le giornate in libertà o quando entrambi i genitori lavorano e i nonni non hanno possibilità di accudire i nipoti, l’unica alternativa alla scuola sono le ore di ozio in casa tra la televisione e l'utilizzo incontrollato di videogiochi e smartphone. Si tratta di un dato allarmante che spesso fa propendere le famiglie per i campi estivi o le ludoteche durante i mesi di luglio e agosto, almeno fino al termine della scuola dell’infanzia e del ciclo della primaria. In questa prospettiva, le lunghe vacanze estive possono diventare terreno fertile per percorsi rischiosi o comunque poco sicuri rispetto alla scuola e questo rappresenta lo svantaggio principale.
Un altro svantaggio è quello spiegato nella teoria del "summer brain drain" e che rappresenta il rischio più grave in cui si può incorrere. Lo svuotamento del cervello in estate è la teoria secondo cui una pausa eccessivamente lunga potrebbe portare lo svantaggio di far dimenticare ai giovani tutte le nozioni acquisite durante l’anno scolastico. In questo contesto, i compiti delle vacanze sono l’unico aggancio alle competenze acquisite, ma occorre eseguirli con una certa continuità e senza far trascorrere troppo tempo dalla chiusura delle scuole. Per capire a fondo le ragioni di questa tendenza, è illuminante lo studio di Victor Lavy, che ha elaborato un'analisi sull’impatto che le ore a scuola hanno sui ragazzi di circa 15 anni, considerando 50 paesi partecipanti all’indagine dell’Ocse. I risultati hanno evidenziato che un numero elevato di ore di lezione ha un effetto molto positivo, soprattutto negli alunni che appartengono a fasce socio-economiche molto basse e agli immigrati. Mentre per le fasce più alte, la scuola viene sostituita da altre attività sostitutive, come lezioni di musica, viaggi, corsi di lingua straniera e percorsi specifici che consentono loro di creare un ponte culturale tra la fine e l’inizio della scuola.
Conclusioni: vacanze molto lunghe, limite o opportunità?
Da quanto scritto sin qui, si comprende bene che i vantaggi che derivano da periodi di vacanze molto lunghi riguardano l’aspetto del riposo e della maggiore disponibilità a svolgere le attività che più si preferiscono. Di contro, gli svantaggi nascono da situazioni familiari a rischio, dove non vi è possibilità di seguire i giovani, che vengono, per questo, lasciati a loro stessi e ai pericoli della società. Ma non solo, secondo gli studi sopracitati e in base all'esperienza degli ultimi anni, nelle scuole di ogni ordine e grado l’inattività prolungata del periodo estivo potrebbe causare una sorta di perdita di dati dovuta alla mancanza di esercizio costante. Un dato importante che costituisce probabilmente il pericolo maggiore dal punto di vista didattico, con gravi risvolti nella fase della ripresa.
Per evitare gli svantaggi di cui abbiamo parlato, gli Stati Uniti hanno sperimentato un calendario organizzato in modo diverso rispetto agli anni passati, con un numero maggiore di giorni festivi sparsi nel corso dell’anno scolastico e con uno stop estivo più breve. Le year round schools, come sono state definite, hanno riportato dati contrastanti: in alcuni istituti, infatti, gli alunni hanno dimostrato maggiore tenuta degli apprendimenti, mentre in altri, una perdita superiore. Un risultato che pone l’accento sull’efficienza relativa di qualsiasi metodo e sulla necessità di riformare la scuola dalle fondamenta, stabilendo un metodo didattico fondato sulla partecipazione attiva dell’alunno e sulla stimolazione dell’interesse e dell’entusiasmo attraverso strumenti innovativi ed efficaci. Solo in questo modo la lunga pausa estiva che viene concessa in Italia agli studenti diventerà terreno fertile per il consolidamento delle nozioni acquisite e un momento per ritrovare le energie necessarie per affrontare sfide sempre nuove. In tale contesto, le forze politiche dovranno trovare soluzioni condivise nell'interesse di tutti i ragazzi in età scolastica, con particolare riguardo alle fasce sociali più deboli che necessitano di maggiore sostegno e di progetti extra-scolastici che riescano a sollecitare l'interesse e a impegnare nel modo giusto le ore settimanali tra giugno e settembre.