Il cinema come mezzo di apprendimento

23 dicembre 2022 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Scuola e cinema, un binomio vincente che sempre più scuole adottano come metodo d'insegnamento e approfondimento. Insegnanti moderni che superano i confini della lezione frontale, dalla cattedra verso gli alunni, consapevoli che le immagini hanno superato qualsiasi altra forma di comunicazione, divenendo esse stesse il primo strumento utilizzato dagli studenti.

 

Il cinema entra nelle scuole

É il 2015 quando, con la legge 107, il cinema è autorizzato dal Miur a entrare nelle scuole. L'obiettivo è quello di inserire il linguaggio cinematografico, l'estetica e la storia del cinema, la realizzazione di cortometraggi o documentari nel piano formativo delle scuole di qualsiasi grado e ordine. Una successiva legge, Disciplina del cinema e dell'audiovisivo, l'anno seguente, prepara il terreno, con una serie di linee guida, all'ingresso ufficiale del cinema nelle scuole. Tale piano prevede appunto l'utilizzo del linguaggio cinematografico per tutti gli insegnanti che vogliono sperimentare la forma audiovisiva nelle classi; l'emanazione di bandi che promuovano lo studio di quest'arte e del suo linguaggio; la realizzazione di una piattaforma che funga da riferimento e guida verso la scelta dei contenuti; un progetto di formazione degli insegnanti e infine diversi programmi e strumenti per inserire la didattica cinematografica all'interno di un percorso educativo, per promuovere attività laboratoriali e per sostenere rassegne e festival dedicati al mondo scolastico. A tutte le iniziative e le offerte contenute nella legge hanno aderito migliaia di istituzioni, università, associazioni, enti pubblici o privati, proponendo progetti, finanziati grazie agli oltre 37 miliardi di euro stanziati, che hanno incontrato l'entusiasmo e la partecipazione attiva degli studenti. Un successo immediato che non ha fatto che confermarsi anche negli anni successivi.

 

La piattaforma dedicata alle scuole

Si chiama cinemaperlascuola ed è la prima piattaforma a livello istituzionale dedicata all'universo cinematografico pensato per la scuola. Promosso dal Miur è un contenitore di illimitate dimensioni all'interno del quale è possibile trovare strumenti didattici, bandi di concorso, opportunità, opere consigliate, materiale, corsi di formazione e ogni altro supporto utile ad avviare e promuovere il binomio scuola-cinema. Cips (Cinema Per la Scuola) racchiude il Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, introduce nelle scuole il linguaggio cinematografico e rappresenta un nuovo strumento educativo all'interno di un percorso curriculare trasversale. Un portale in continua evoluzione e costantemente aggiornato che educa alla visione e insegna agli studenti a essere spettatori consapevoli e attivi. Molte le novità che contiene il piano previsto per l'anno scolastico 2022/23. Le modifiche si inseriscono in tre grandi aree tematiche:

 

L'importanza della relazione tra insegnante e alunni

  • maggiore attenzione verso il linguaggio cinematografico con iniziative che vanno dai laboratori alla progettazione e realizzazione di materiale audiovisivo
  • una proposta qualificata, che proviene da enti specializzati, di progetti volti alla formazione e a un'educazione all'immagine
  • la creazione di una sezione trasversale che contiene attività redazionali, promuove rassegne come la Giornata Nazionale e fornisce assistenza tecnica

Il rapporto tra docente e allievi è di fondamentale importanza non solo all'interno di questo percorso di studi, ma più in generale nell'arte basilare dell'insegnamento, che possiamo smentire categoricamente non si limiti nel porsi alla cattedra a trasmettere le proprie nozioni.


Il docente è anche colui che appassiona gli alunni, che insegna loro a ragionare, che rompe i canoni della lezione frontale, come ne L'attimo fuggente o ne La classe, all'interno del quale è presente anche il tema della multietnicità, e indirizza verso la curiosità. Il sapere si ottiene se dietro ad esso è nascosta una grande motivazione che attraverso questo approccio può essere stimolata dalle immagini, dai dialoghi, dalla scenografia. Tutti elementi che suscitano emozioni. Ecco perché il metodo è valido e vincente, il cinema coinvolge gli studenti, attraverso strumenti a loro più vicini, e li spinge ad affrontare, selezionando i giusti contenuti, tematiche attuali e importanti. In un simile contesto la proposta cinematografica diventa uno strumento di comunicazione didattica ed educativa indispensabile. Non solo arte visiva, tanto che del cinema si parla come della settima arte, ma anche mezzo per far passare e sedimentare l’apprendimento attraverso le emozioni. È possibile raggiungere questi scopi attraverso la formazione e lo studio da parte degli insegnanti dei contenuti più adatti per svolgere la loro attività, scoprendo tra le proposte attuali e del passato quelle più comprensibili e interessanti agli occhi degli studenti. Un metodo che aiuta a introdurre situazioni problematiche, a suscitare domande e illustrare temi di studio attuali.
 

Cinema: significato e insegnamenti

Il cinema è divertimento, fuga dalle difficoltà di tutti i giorni, è arte, ma è anche uno strumento per avvicinarsi alla letteratura, attraverso pellicole che prendono ispirazione da opere letterarie, o alla storia, con i film che narrano il passato. Un fenomeno che spinge e stimola discussioni su temi importanti, un mezzo potente che ogni giorno entra nelle case con le sue immagini. Il cinema ha, fin da subito, creato un legame con la scuola, esso informa, istruisce, fornisce competenze. Negli anni '50 i film erano vettore di conoscenze scientifiche, attraverso i documentari e le pellicole dedicate ai ragazzi. Successivamente i loro contenuti hanno spinto verso una critica dell'aspetto estetico e del linguaggio e portato gli studenti a riflettere sui valori proposti dal prodotto. È a partire dagli anni '60 che una competenza maggiore dello strumento cinematografico conduce lo studente verso una completa crescita educativa. È in questo periodo che si innesca il dibattito sui significati che un film vuole esprimere. Un percorso che si completa negli anni '80, quando il mezzo audiovisivo si trasforma in oggetto di studio e termina di rappresentare un semplice accessorio della didattica. L'uso del cinema come supporto serve a conseguire obiettivi importanti, ma non deve essere inteso come documentario che ripete quanto già affrontato in classe, bensì considerato come un approfondimento, un ampliamento, uno stimolo a riflessioni più profonde che inneschino partecipazione, confronto e dialogo.

 

Il cinema come strumento per la didattica

Sebbene si tratti di un'iniziativa relativamente recente, l'approccio non è certo innovativo, poiché l'utilizzo di video e film da parte di insegnanti stimolanti è presente già da diversi anni. La tecnica serve al docente per semplificare e far sedimentare concetti e argomenti ben espressi attraverso le immagini agli occhi del loro pubblico, ossia gli studenti. Un mezzo, quello del linguaggio cinematografico e audiovisivo, che ha sempre ottenuto grande consenso, elevando la qualità della didattica. Per rendere possibile tale progetto, gli insegnanti devono far proprio il metodo attraverso il quale si può insegnare tramite il cinema, ma devono anche dotarsi degli strumenti adatti che consentano di lavorare con il linguaggio del suono e delle immagini e di interpretare al meglio il suo significato. Una preparazione supplementare di conoscenze, di materiali e di contenuti che siano vicini agli interessi e alle necessità degli alunni. Momenti che sappiano suscitare spunti di riflessione e analisi critiche verso contenuti che non solo aiutino a comprendere appieno l'argomento studiato, ma spingano a sottolineare le imprecisioni e gli errori. Compito ulteriore del docente è aiutare gli studenti, in modo costruttivo, a non assorbire ogni proposta come verità assoluta e insegnare loro la capacità di mettere in discussione i contenuti, rielaborandoli in maniera personale. Un approccio sempre più interdisciplinare e multimediale, dove il compito del docente è quello di far comprendere la sottile e a volte inesistente distinzione tra realtà e rappresentazione. In ogni caso si tratta di una metodologia che non deve completamente sostituire il metodo di studio tradizionale, bensì arricchire in un continuo processo di crescita.