Interrogazioni e verifiche programmate: pro e contro

16 gennaio 2023 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Un tempo, raramente gli insegnanti facevano verifiche e interrogazioni programmate, i docenti entravano in aula, facevano l'appello e, a sorpresa, chiamavano qualcuno alla cattedra o alla lavagna. Oggi, invece, la prassi sembra agli antipodi rispetto a non molti anni fa. Metodi d'insegnamento e modalità di apprendimento sono radicalmente cambiati, così come il rapporto tra professori e alunni, che è meno formale. Tutto ciò ha avuto un'influenza notevole su ogni aspetto legato all'istruzione. Per tale ragione, noi di Scuola.net abbiamo voluto fare chiarezza su vantaggi e svantaggi delle prove in itinere pianificate: la nostra finalità è quello di delineare una panoramica il più possibile obiettiva sul tema.

 

Verifiche e interrogazioni programmate, i motivi dietro questa scelta

Occorre partire da un'importante premessa: nel corso degli ultimi due decenni, la scuola ha conosciuto una trasformazione radicale. Istituti di ogni ordine e grado hanno fatto spazio a nuove tecnologie - computer e connessioni di rete in primis - che hanno stravolto le modalità di ricerca e ampliato gli orizzonti della didattica. L'introduzione di dispositivi di ultima generazione nella vita quotidiana, insieme alla velocità di reperimento e di trasmissione delle informazioni, ha portato a una parziale modifica degli strumenti per le prove in itinere. Al giorno d'oggi, non è raro svolgere attività di laboratorio davanti a un PC o imparare a utilizzare un software durante le lezioni, ragion per cui i docenti utilizzano anche queste prove per le loro valutazioni. D'altro canto, il monte ore a disposizione per portare avanti il programma non ha subito grandi variazioni, rispetto agli anni scorsi. Pertanto, sempre più insegnanti hanno abbandonato la strada delle interrogazioni a sorpresa per la verifica del livello di preparazione degli studenti, in favore di metodi al passo con i tempi.

 

Quali sono i pro delle prove programmate?

Sicuramente, pianificare le verifiche porta dei vantaggi per alunni e insegnanti, a patto di gestire bene la situazione. Il primo vantaggio è legato alla gestione dell'ansia, soprattutto per gli studenti più emotivi o meno preparati: non vivono l'incubo della chiamata improvvisa alla cattedra e, a condizione di essere pronti, non rischiano di lasciare il foglio in bianco né di fare scena muta davanti ai compagni di classe, spesso motivo di umiliazione. Ma sapere prima la data dell'interrogazione o del compito scritto ha altri risvolti positivi. Chi ha un'insufficienza ha l'opportunità per recuperare, fare ricerche più approfondite con serenità e colmare eventuali lacune; gli allievi più brillanti, invece, possono ambire a voti ancora più alti e puntare all'eccellenza. Le prove in itinere, inoltre, testano le capacità organizzative dei ragazzi: dovrebbero spingerli a suddividere il lavoro quotidianamente e a utilizzare un buon metodo di studio, a migliorare quello in applicazione o a sperimentarne uno nuovo, qualora non lo avessero ancora acquisito. Quanto ai docenti, esistono dei pro anche per loro. La programmazione degli scritti e degli orali permette di non rimanere indietro con le lezioni, fornire spiegazioni aggiuntive, porre il focus sugli obiettivi e scegliere più accuratamente le domande da fare.

 

Pianificazione anticipata delle prove: i contro

Accanto ai vantaggi, troviamo anche degli aspetti negativi correlati all'abbandono delle verifiche a sorpresa. Le interrogazioni programmate, infatti, racchiudono in sé dei punti deboli, tanto più evidenti quanto meno la classe è collaborativa. Il rischio più grande è quello di allontanarsi da uno degli obiettivi primari della scuola, ossia un lavoro costante e assiduo, possibilmente quotidiano. La regolarità è un requisito indispensabile per acquisire e familiarizzare con un metodo: studiare solo in determinati periodi o in vista degli scrutini non serve a molto. Un altro svantaggio è legato all'acquisizione dei concetti. L'apprendimento frettoloso di nozioni non solo genera confusione, ma impedisce la loro memorizzazione nella memoria a lungo termine. Gli alunni che si mettono sui libri soltanto a ridosso di una prova potrebbero anche superarla, ma difficilmente ricorderanno qualcosa in futuro. Quanto ai docenti, devono fare i conti con un problema oggettivo correlato alla pianificazione di compiti in classe e interrogazioni: una maggiore difficoltà nel comprendere e colmare le lacune degli allievi. Soprattutto quando le verifiche sono ridotte al minimo indispensabile, maestri e professori non riescono ad accertare il livello di preparazione su tutto il programma, ma solo su una parte. 

 

Prove in itinere con data pianificata, sono utili o no?

Affinché siano realmente utili ed efficaci, le interrogazioni programmate devono avere una frequenza ben più alta rispetto ai canonici 3 scritti e 3 orali per quadrimestre. In questo modo, riuscirete a testare la preparazione dei vostri allievi in maniera più accurata e a evitare loro il non classificato in pagella. Ecco qualche consiglio per un adeguato svolgimento delle prove in itinere pianificate:

  • porre un congruo numero di domande
  • toccare gli argomenti non ancora verificati
  • stabilire una durata minima e massima per ciascuno studente
  • suddividere equamente il tempo tra prove e lezioni
  • pianificare in anticipo eventuali verifiche in più.
  • Il rispetto di tali indicazioni vi consentirà di non rimanere indietro con il lavoro e di raggiungere gli obiettivi prefissati all'inizio dell'anno scolastico.

Porre un congruo numero di domande

Un quesito non basta per testare il livello di un allievo: una mancata risposta o un errore non significa che non abbia studiato. Allo stesso modo, rispondere in maniera brillante all'inizio della verifica non indica necessariamente una preparazione impeccabile. Pertanto, è indispensabile rivolgere qualche altra domanda: in genere, 4 o 5 sono più che sufficienti, per avere un'idea più chiara al riguardo.

 

Toccare gli argomenti non ancora verificati

Una raccomandazione valida per tutti, in particolare per gli irriducibili assenteisti. Affrontare i temi sui quali non avete ancora fatto prove, vi consentirà di avere una panoramica su conoscenze acquisite e lacune di ogni studente, con relativi progressi e cali di rendimento. Fatelo volta per volta: a fine anno avrete un quadro completo e attendibile della situazione, fluttuazioni comprese.

 

Stabilire una durata minima e massima per ciascuno studente

Ai fini di una valutazione, 2-3 minuti non bastano, così come 20-30 minuti sono troppi. In verità, non esiste una durata ideale in assoluto per una verifica, poiché molto dipende dalle abilità comunicative di insegnante e allievo. Possiamo dare comunque una prima indicazione: una decina di minuti, massimo 15 in caso di mancata risposta a qualche domanda.

 

Suddividere equamente il tempo tra prove e lezioni

Il rispetto di tale indicazione è fondamentale per non rimanere indietro con il programma. Se avete 2 ore consecutive, potete dedicarne una alle verifiche e l'altra all'introduzione di nuovi argomenti, oppure alternare lezioni e prove nell'arco della settimana. Anche la suddivisione in blocchi può essere una soluzione: dedicatevi esclusivamente alle interrogazioni, fino a quando non avrete testato tutti gli alunni.

 

Pianificare in anticipo eventuali verifiche in più

Si tratta di un'eventualità da mettere in conto. Non sempre riuscirete a verificare la preparazione di tutti gli allievi e può capitare che qualcuno prenda un brutto voto. Il segreto per non rimanere indietro è sempre lo stesso: puntare sull'organizzazione giornaliera.