Come rendere la scuola più divertente?
Studiare spesso può risultare un’impresa ardua quando manca l’atmosfera giusta a scuola e una buona spinta da parte di insegnanti e genitori. Inoltre, bisogna considerare il disagio psicologico che è conseguito al Covid-19 con le paure che ha trasmesso e le restrizioni a cui ha obbligato, causando cambiamenti nella vita quotidiana degli studenti e difficoltà a vivere la socialità. Secondo uno studio elaborato in Italia sui giovani dai 13 ai 22 anni, il problema principale sembra essere la mancanza di motivazione e lo scarso interesse verso un modo di insegnare lontano dagli schemi attuali che prevedono inesorabilmente l’utilizzo della tecnologia e di sistemi più innovativi. Questo causa disagio non solo negli alunni ma anche nei docenti, che desidererebbero lezioni interattive, partecipative e con risultati sia dal punto di vista didattico che relazionale. È inutile ripetere che la Scuola non è solo un luogo dove si imparano nozioni, ma un ambiente nel quale si imbastiscono relazioni umane, ci si apre alla socialità e si costruisce la persona nella sua interezza, con le sue attitudini, personalità e potenzialità. Come fare, allora, a trasformare la scuola in un posto più divertente, lasciando al passato l’idea che in classe ci si annoia? Prendendo spunto dalle proposte avanzate da alcuni docenti in Italia e in altri Paesi d’Europa, vi presentiamo qualche spunto per cambiare metodo. Un'occasione per trasmettere la giusta motivazione ai ragazzi, invitandoli a impegnarsi nello studio con passione e dedizione.
Dare colore agli ambienti
Chi ha detto che la cultura non è divertente? Se bambini e adolescenti non la vedono ancora in questo modo partiamo proprio dagli ambienti scolastici. Togliamo dalle pareti quel grigio angoscioso e dipingiamo i muri di colori allegri e vivaci come il verde, il rosso e il giallo, creiamo ambienti confortevoli dove la classica struttura della lezione viene ribaltata in modo creativo. Organizzate lezioni all’aperto, quando il tempo lo consente, chiedendo agli alunni di portare dei cuscini quadrati sui quali sedersi in giardino mentre ascoltano la spiegazione di italiano o di matematica. Portate fuori la lavagna, date vita a lezioni interattive in cui gli alunni devono spiegare l’argomento ai propri colleghi di classe senza creare pressione o disagi, sfruttando la peer education. Insomma, giocate di sorpresa creando aspettative, perché ai giovani piacciono le novità e divertimento è sempre sinonimo di dinamicità.
Date spazio al mondo virtuale
Che ci piaccia o no, il mondo virtuale è parte integrante della vita dei nostri giovani e pensare di escludere questa modalità sarebbe un grave errore. Per questo il Ministero dell’Istruzione ha finanziato ingenti somme per l’acquisto di LIM e altri congegni che semplificano l’apprendimento, rendendolo più interessante. Il suggerimento, dunque, è quello di introdurre nella lezione video Youtube dove si parla dell’argomento trattato. Sul Web si trova tanto materiale ben realizzato che tratta materie umanistiche e scientifiche. Per l’inglese si può provare l’approccio musicale, proponendo canzoni da ascoltare, imparare e cantare per migliorare la pronuncia. Non bisogna considerare questa parte della lezione come una perdita di tempo o un freno alla folle corsa verso la fine del programma ma, al contrario, come il motore che spinge il carro, dandogli il giusto passo.
Cambiare la disposizione di cattedra e banchi: il mondo circolare
In America è una realtà ormai riconosciuta e in Italia se ne parla già da qualche decennio: rivoluzionare la struttura della classe può cambiare anche il mood degli alunni che si sentono a loro agio in uno spazio non frontale, rigido e autoritario ma in posizione di ascolto reciproco. Non è teoria né eccessiva avanguardia, l’insegnamento circolare permette di avere una visuale diversa, è sinonimo di accoglienza, favorisce l’empatia e la collaborazione verticale e orizzontale, cioè quella tra alunno-docente e alunno-alunno. Inoltre, rompe gli schemi e questo è ciò che piace di più ai giovani che non si sentono costretti in uno spazio geometrico prefissato e "vecchio", ma finalmente alla loro portata. Questo modo di fare lezione può essere introdotto una volta a settimana per creare uno stimolo maggiore e destinarlo a una parte del programma. Se, ad esempio, si insegna italiano, potete dedicare questo momento all’ora di epica, di narrativa o di letteratura che è meno tecnica rispetto alla grammatica. Se insegnate materie scientifiche, invece, ci sarà lezione circolare nell’ora di scienze. Utilizzando tale strumento nel lungo periodo, noterete maggiore interesse ed entusiasmo degli alunni e partecipazione anche da parte di coloro che generalmente restano nell’ombra. Inoltre, se all’inizio vi sarà maggiore distrazione, l’autorevolezza dell’insegnante riporterà la classe sui passi giusti.
Date spazio alla musica, alla danza e al teatro
Sapete che più del 40% degli studenti amano recitare, cantare e danzare? Oltre ai corsi pomeridiani, tantissimi giovani si chiudono nelle loro camere e trascorrono molte ore a svolgere attività come, ad esempio, progettare video amatoriali che pubblicano e danno loro motivazione. Perché, allora, non introdurre corsi di questo tipo anche a scuola? Organizzate pièce teatrali e dedicate ore settimanali a tali attività. Non è una perdita di tempo ma una fonte di passione, divertimento, aggregazione, stimolo e impegno che li farà crescere nel modo giusto. Lasciate che propongano loro il genere musicale o teatrale da sviluppare e date spazio alla creatività, investite tempo ed energie in questo tipo di attività, il vostro e il loro lavoro vi ricompenserà!
Turisti nella propria città
Dopo il Covid-19 e le restrizioni che sono conseguite, è aumentata la voglia di viaggiare, scoprire luoghi nuovi e sentirsi vivi, organizzando viaggi e gite fuori porta anche di un solo giorno. Le nostre città italiane sono ricche di spunti culturali, storici e artistici e nelle principali metropoli basta una giornata per visitare il centro storico o qualche museo a tema per trascorrere qualche ora piacevole insieme. Perché allora non inserire qualche giorno in più di svago insieme alle altre classi? Un’occasione importante per conoscere il patrimonio artistico che abbiamo a disposizione nelle regioni italiane, rendendo la didattica attraente e più divertente.
Aumentare le attività interdisciplinari
I ragazzi amano stare insieme, condividere e interagire: un pezzo del puzzle importante della scuola che consente di crescere, superare crisi e difficoltà interiori. In quest’ottica, il lavoro "insieme" diventa costruttivo, fonte di arricchimento e di sviluppo emotivo in qualsiasi momento della crescita e può essere posto al centro della didattica con modalità più dinamiche. Questo significa che i docenti possono dividere settimanalmente la classe in gruppi interscambiabili per realizzare dei lavori insieme. Certo, le materie che si prestano meglio sono italiano, scienze, tecnologia, storia, religione e perché no, anche le lingue straniere. I piccoli, ad esempio, possono vedersi in gruppi da 3-4 per creare cartelloni, fare semplici ricerche su elementi naturali o imparare una canzone. I più grandi, invece, possono cimentarsi nella costruzione di un oggetto che riguardi scienze, come il DNA, o una costruzione in legno per tecnologia e così via, fino a dare vita a un progetto che porteranno in classe raccontando la loro esperienza di lavoro insieme. Come anticipato, la scuola deve trasformarsi in qualcosa di vivace che stimoli la curiosità e spinga i giovani a studiare e imparare cose sempre nuove. Per questo è necessario ristrutturare in primo luogo gli ambienti, destrutturare la lezione classica e pesante e aggiornare i docenti su un mondo che cambia alla velocità del tempo e non lascia spazio a rigidità, autoritarismi e insicurezze. Oggi i giovani hanno bisogno di una scuola al passo con la loro mente, non materie nuove ma un modo di proporle differente che si insinui nella loro quotidianità fino a far comprendere loro il ruolo essenziale che ha la cultura. Per crescere, superare sé stessi e cambiare questo mondo invecchiato.