Cittadinanza digitale a scuola
Quello di cittadinanza digitale è un concetto di grande attualità e occupa un posto di rilievo perfino nel mondo della scuola. I nuovi obiettivi didattici, infatti, prevedono la trasmissione di competenze su un uso consapevole e attento delle tecnologie informatiche, con l'intento di formare adulti consapevoli dei propri diritti e doveri.
Cittadinanza digitale, che cosa significa?
Acquisire la cittadinanza digitale significa avvicinarsi agi strumenti informatici e imparare a usarli in maniera adeguata, in linea con quanto insegna l'educazione civica. In altri termini, ogni atto compiuto nel mondo virtuale avrà delle conseguenze per se stessi e per le persone intorno a noi, nel momento presente e nel futuro. Il concetto è strettamente connesso a quello di alfabetizzazione tecnologica (in inglese ICT literacy). Con questa espressione, intendiamo la capacità interagire con più persone mediante le TIC (Tecnologie dell'informazione e della comunicazione), nonché di elaborare e utilizzare contenuti digitali, anche allo scopo di trovare e trasmettere materiale. Abituare bambini e ragazzi all'impiego delle tecnologie digitali fin dai primi anni di scuola, li porterà ad averne piena padronanza nell'età adulta, ad adempiere ai propri doveri e a far valere i propri diritti.
Vantaggi nell'uso delle tecnologie informatiche
Le abilità acquisite con la cittadinanza digitale permettono ricerche rapide di notizie, materiale audio-video, gruppi di persone, associazioni e quant'altro, rimanendo comodamente seduti davanti al computer. Ecco i punti di forza legati all'uso consapevole delle attuali tecnologie: • reperimento di informazioni in piena autonomia • comunicazioni istantanee con altri individui e comunità • elaborazione di contenuti originali. Tuttavia, la rete può nascondere parecchie insidie, specialmente per gli inesperti o per chi utilizza i mezzi informatici con superficialità. Tra i rischi di più frequente riscontro ricordiamo i seguenti: • estremismi e opinioni ottuse • fake news • discorsi d'odio (hate speech) • condivisione di scene di violenza e sesso • furto di dati e violazioni della privacy • cyberbullismo • adescamento di minori online (cybergrooming). Al fine di combattere la disinformazione, la diffusione di contenuti inadeguati all'età dei ragazzi e, allo stesso tempo, prevenire i contatti con i malintenzionati, noi di Scuola.net vi invitiamo a vigilare, per quanto possibile, sulle attività in rete dei vostri alunni.
Nativi digitali e immigrati digitali, qual è la differenza?
La definizione di entrambi i tipi risale al 2001, ad opera di Mark Presky in un suo articolo su "On The Horizon". I nativi digitali sono coloro che, nati in un'era in cui le tecnologie informatiche sono ormai diffuse su vasta scala, trovano semplice sia utilizzare queste ultime sia gli strumenti standard (per esempio, PC e tastiera al posto di carta e penna). Gli immigrati digitali, invece, fanno parte di una generazione in cui gli strumenti informatici non facevano parte della quotidianità. Le persone appartenenti a questa categoria hanno introdotto le attuali tecnologie nella propria vita in modo consapevole, in base a una o più motivazioni:
- interesse per informatica e telecomunicazioni
- necessità, specialmente sul lavoro
- senso civico e adeguamento ai nuovi standard.
Nativo digitale non significa necessariamente competente digitale: un approccio naturale e spontaneo ai mezzi informatici non porta automaticamente a un loro impiego corretto e sicuro. Pertanto, bambini e ragazzi potranno trarre giovamento da un'adeguata educazione in tal senso.
Abilità tecnologiche, il rapporto con le 8 competenze chiave
competenze digitali rientrano tra quelle finalizzate all'apprendimento permanente: il cittadino modello del Terzo Millennio, infatti, ha piena padronanza delle tecnologie e le utilizza in vari ambiti, proprio per la loro trasversalità. L'impiego deve essere semplice, intuitivo e immediato, ma anche responsabile e non privo di senso critico. Il vostro compito di docenti, quindi, non è solo quello di insegnare agli alunni le modalità di utilizzo di PC , tablet o smartphone, ma anche come farlo in maniera corretta, sicura ed etica. Tra gli argomenti in curricolo rientrano la cyber security (sicurezza informatica), il concetto di privacy, la proprietà intellettuale dei contenuti e il diritto d'autore. La trasmissione delle competenze informatiche approfondisce 3 aspetti: • conoscenze su reti, strumentazioni, software, logica d'uso • atteggiamenti, in particolare le ripercussioni legate a un impiego improprio • abilità a livello creativo e relazionale. In questo modo, gli studenti potranno capire che le tecnologie sono un aiuto alle attività didattiche e quotidiane e, come tali, vanno considerate in maniera distaccata.
BYOD e alfabetizzazione tecnologica
Tale acronimo sta per "Bring Your Own Device", cioè: "Porta il tuo dispositivo" ed è d'ispirazione aziendale: da almeno un decennio a questa parte, infatti, sempre più imprese consentono l'impiego di PC, tablet e laptop personali durante l'orario di lavoro. Qualche anno dopo, lo slogan è approdato nelle scuole, al fine di promuovere una piena padronanza delle tecnologie digitali e di liberare le aule adibite a laboratorio da attrezzature informatiche obsolete. Il tutto connettendo i devices personali alla rete dell'istituto. Come tutte le novità, anche il BYOD ha portato delle modifiche alla routine scolastica: si tratta di un'integrazione ad altri strumenti formativi, in grado di favorire cambiamenti non solo nell'apprendimento, ma anche nelle relazioni tra voi, gli allievi e le famiglie.
Cittadinanza digitale, insegnare ai più piccoli a navigare in sicurezza
Raccomandazioni chiare e buon esempio sono un'accoppiata vincente per tenere lontani i vostri studenti dai rischi legati al mondo virtuale. Porsi delle domande sul materiale informativo e valutarlo con spirito critico è un ottimo deterrente contro la disinformazione, mentre la condivisione di contenuti verificati spezza il circolo vizioso delle fake news. Attenzione ai dati personali inseriti su siti web, social network e a quelli trasmessi ad altre persone (inclusi video e fotografie), da non inviare mai a sconosciuti. Quanto ai post da pubblicare, invitate i vostri studenti a impostare i filtri di restrizione della privacy e, soprattutto, a riflettere prima di scrivere un pensiero o di caricare del materiale audio-visivo. Anche il cambio frequente di password è una misura di sicurezza da non trascurare, specialmente per le caselle di posta elettronica e account privati di altro tipo. Non occorre effettuare modifiche giornaliere: in genere, basta ogni 2-3 mesi. D'altro canto, demonizzare la rete come un luogo impervio, pieno di insidie e totalmente negativo è un errore. Insegnate ai vostri allievi che Internet e le tecnologie sono utili, ma vanno utilizzate con intelligenza ed equilibrio, senza cadere in qualche forma di dipendenza.
Dipendenza digitale, come evitarla?
Purtroppo, può accadere che un bambino o un ragazzo inizi a trascurare le proprie attività (vita in famiglia, studi, incontri con amici e compagni di classe, corsi extra-scolastici, passioni), contemporaneamente a un aumento delle ore davanti al PC. L'alunno va a dormire tardi, fatica nel risveglio mattutino, spesso è di malumore e tende a rinunciare perfino ai pasti, pur di non allontanarsi dal computer. Evitare questa situazione si può e si deve, con la collaborazione dei genitori: una delle regole consiste nel fare delle pause (ad esempio, 5 minuti ogni mezz'ora o 10 ogni ora) e nello stabilire un monte ore giornaliero da non oltrepassare mai. Altro suggerimento è quello di definire il momento giusto per usare Internet: meglio dopo i compiti, a meno che il PC non serva per fare una ricerca. Importante il digiuno digitale, ossia concordare un giorno di sospensione dall'impiego delle tecnologie informatiche, a cadenza settimanale. in questo modo, lo studente riscoprirà il valore degli affetti e il piacere di dedicarsi ad attività diverse, come fare sport, leggere un libro, fare una passeggiata all'aperto o suonare uno strumento musicale.