Scuola dell'obbligo in Europa, una panoramica d'insieme

25 ottobre 2023 4 minuti
SCUOLE NEL MONDO

In Europa ogni Stato struttura i propri sistemi educativi secondo criteri diversi, sia per quanto riguarda la durata di ogni ciclo scolastico, sia per l’offerta formativa che per i titoli di studio. L’intero percorso può essere organizzato in modo frammentato o unitario, diversificato a partire della scuola secondaria di secondo grado o già dalla scuola media e infine, può essere inserita in un ambito privato o pubblico con differenze che riguardano l’organizzazione, la didattica e l’offerta formativa. Conosciamo l'importanza della scuola all'interno di ogni società e sappiamo che l’organizzazione del sistema scolastico è in grado di influenzare la preparazione dei giovani, dando maggiori o minori margini di libertà nella scelta del proprio futuro. Ma qual è la differenza tra i diversi sistemi scolastici europei e com’è possibile individuare lo Stato meglio organizzato nel Vecchio Continente?

 

L’organizzazione della scuola europea e i tre diversi modelli

Prima di parlare della diversa durata delle scuole in Europa è necessario evidenziare che in tutto il continente ci sono solo tre modelli per l’organizzazione del ciclo di studi obbligatorio. Si tratta di grandi organizzazioni, comuni a tutti gli Stati, che devono rispettare, dal punto di vista della preparazione fornita, specifici standard internazionali. Tali standard corrispondono a due diversi livelli: Isced1 e Isced2. Il primo viene definito Istruzione a Struttura Unica e propone un percorso uguale per tutti gli studenti che garantisce un’istruzione di tipo generale e non specialistico. In questa struttura non esistono step intermedi tra la scuola primaria e quella secondaria, dal momento che i due livelli sono accorpati in un unico blocco. Tra gli Stati che adottano questo sistema ci sono i Paesi balcanici e quelli scandinavi, oltre alla Polonia, alla Danimarca e all’Estonia; mentre la Finlandia ha una scuola dell’obbligo uguale per tutti che parte a 7 anni e si conclude a 17 anni. Ovviamente, dopo questo ciclo ciascuno può decidere se continuare il percorso universitario o inserirsi nel mondo lavorativo. Il secondo sistema, invece, si chiama Offerta di Curricolo Comune di Base e richiede il passaggio all'istruzione inferiore secondaria. Tale modello presenta un programma generale simile per tutti al quale si accede dopo aver concluso l’istruzione primaria. Adottano tale sistema l’Italia, l’Irlanda, la Spagna, la Grecia, la Romania e la Turchia, con un aumento delle discipline inserite nel programma nella fase di istruzione secondaria inferiore. Infine, abbiamo l’Istruzione Secondaria Inferiore Differenziata: un modello che richiede una prima fase dedicata all'istruzione primaria che è comune a tutti, con l’accesso successivo a corsi differenziati che rappresentano l’istruzione secondaria inferiore. Come sempre, gli studenti hanno la possibilità di scegliere, concluso il ciclo di istruzione obbligatoria, se continuare i propri studi approfondendo specifiche discipline.

 

Lo studio Eurydice: ecco i numeri delle scuole Europee

Secondo l’analisi elaborata da Eurydice, la rete che coordina e analizza a livello europeo il funzionamento dei diversi sistemi scolastici in Europa, bisogna partire dallo studio della scuola dell’obbligo, sviscerando le caratteristiche di ciascun sistema per comprenderne le difficoltà da superare e le potenzialità da sviluppare. Si tratta di partire per un lungo e complesso viaggio tra le scuole dell’obbligo europee per trarre insegnamento dalle differenze e soprattutto spunto, per migliorare la scuola italiana in questa fase di finanziamenti a favore dell’istruzione. Sembra, infatti, che anche l'Unione Europea abbia preso coscienza dell'importanza di un rinnovamento della scuola sia dal punto di vista strutturale che organizzativo, affidando grosse somme di denaro agli enti locali per tali finalità. Un primo dato immediato pubblicato dalla Rete Eurydice il 4 ottobre 2023 riguarda ben 39 sistemi scolastici europei estrapolati da 37 Paesi che aderiscono al Programma UE Erasmus+. Secondo tale studio l’età più comune in cui ha inizio la scuola dell’obbligo è di sei anni. Rispetto alla media, la Francia e l’Ungheria si differenziano perché fanno partire il ciclo di studi obbligatorio a tre anni, mentre per la Croazia e l’Estonia si parte a sette anni. La pre-primaria, cioè il livello Isced zero, è obbligatorio in 16 Paesi europei, mentre il livello Isced tre, che corrisponde alla scuola secondaria superiore, è obbligatoria nella maggior parte degli Stati. Secondo l’analisi elaborata, l’istruzione obbligatoria è consentita anche a domicilio, ma solo quando ricorrono specifici presupposti e sempre nell’interesse del minore. Per quanto riguarda la durata, invece, l'istruzione obbligatoria si aggira intorno ai 10-11 anni con la chiusura del ciclo a 15-16 anni di età. Tra gli Stati che presentano una durata più breve del ciclo obbligatorio ci sono la Polonia, l’Estonia, la Slovenia, la Croazia, la Bosnia con l’Erzegovina, l’Albania, il Montenegro, il Liechtenstein e infine la Serbia. Questo significa che almeno in un terzo dei Paesi europei, i sistemi educativi hanno durata media di 11 anni per terminare verso i 18 anni. Solo la Germania, in quattro Lander e in alcuni sistemi macedoni settentrionali, prevedono la conclusione del ciclo obbligatorio a 19 anni. Con grande sorpresa l’Eurydice evidenza come solo in Francia la scuola duri più a lungo rispetto agli altri Stati: inizia, infatti, a 3 anni e si conclude a 18 anni, con circa 15 anni di scuola dell’obbligo. In via esemplificativa, possiamo dire che in tutta l’Europa la scuola obbligatoria ha inizio con la scuola primaria o con la conclusione dell’educazione prescolare che si aggira intorno ai 6 anni. Questo dato, però, non è comune a tutti i Paesi, considerando ad esempio che in Ungheria e Francia si inizia a 3 anni mentre in Croazia ed Estonia a 7. In alcuni di essi è obbligatorio anche frequentare un anno almeno di scuola pre-scolare per dare inizio alla scolarizzazione. Ottima l’idea introdotta in qualche Paese di alternare momenti di istruzione con il lavoro in azienda, per introdurre nel mondo del lavoro il giovane che sa già di non voler continuare gli studi universitari. Tali studenti, al termine dell’anno, ricevono una valutazione che riguarda sia il percorso di studi che quello lavorativo. In Polonia e in Austria, ad esempio, dopo la formazione/educazione obbligatoria full-time segue una fase scolastica part-time aggiuntiva, che conferisce una preparazione specialistica maggiore agli studenti.

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