Scopri le novità previste per l'anno scolastico 2024/25: dal Liceo del Made in Italy alla riforma degli istituti tecnici
L'introduzione del modello 4+2
Le iscrizioni per l'anno scolastico 2024-25, secondo quanto segnalato da Il Sole 24 Ore, dovrebbero partire entro il prossimo 9 gennaio. Uno dei cambiamenti più importanti tra quelli che verranno implementati a partire dall'anno scolastico che verrà riguarda la sperimentazione del cosiddetto modello 4+2, la cui applicazione riguarda tutti gli istituti appartenenti al settore tecnologico-professionale. Questa nuova ripartizione prevede quattro anni di formazione secondaria, cui vanno aggiunti due anni di specializzazione presso uno degli Its Academy. Attualmente, soltanto pochi istituti volontari aderiscono già al modello 4+2, mentre in futuro il nuovo piano verrà esteso a tutti. Questa piccola rivoluzione fa parte del decreto del Ministero dell'Istruzione e del Merito ed è in attesa della necessaria approvazione del Disegno di legge Valditara. L'obiettivo è coinvolgere 1.000 istituti "quadriennali" e renderli meritevoli degli investimenti possibili attraverso l'uso del Pnrr. Ciò servirà a incentivare l'apprendimento "on the job" e l'internazionalizzazione della scuola mediante certificazioni specifiche e metodologie innovative quali il Clil (Content and Language Integrated Learning). Questa riforma introduce, quindi, la riduzione degli anni scolastici obbligatori (che passano da 5 a 4) ma, soprattutto, genera una maggior flessibilità del programma di studi e una più stretta correlazione col tessuto produttivo locale. Proprio la connessione scuola - mondo del lavoro è l'obiettivo principale degli interventi varati dal governo. La riforma, promossa dal ministro Giuseppe Valditara, punta quindi a rafforzare le competenze degli alunni in italiano, inglese e matematica, dando maggior peso anche alle materie laboratoriali e tecniche. Altra novità significativa riguarda l'introduzione del cosiddetto "campus", una grande comunità formata da più soggetti promotori e aggregatori, tra cui le scuole, i centri di formazione professionale e gli Its Academy. Alla nuova organizzazione delle materie fa eco una maggior personalizzazione e flessibilità dei programmi che, secondo i piani del governo, dovranno adattarsi alle esigenze e alle capacità del singolo studente. A tal proposito, è parecchio interessante la proposta di collaborazione con docenti esterni, provenienti dal mondo del lavoro e delle imprese e in grado di colmare eventuali lacune in termini di competenze tecniche. La riforma prevede anche l'aumento degli accordi di partenariato, tesi a incrementare l'alternanza scuola-lavoro nonché i contratti di apprendistato, opportunità che potrebbero rivelarsi davvero preziose sia per gli studenti che per l'ecosistema produttivo locale. Agli studenti verrebbero concesse maggiori possibilità di mostrare le proprie competenze alle aziende, mentre a queste ultime verrebbe aperto un canale diretto col mondo della scuola, con la possibilità di assumere personale specializzato nei ruoli scoperti.
Riforma degli istituti tecnici e professionali
L'altra novità di rilievo riguarda l'istruzione tecnica, la cui riorganizzazione è stata pianificata direttamente all'interno del Pnrr. Tale riforma prevede maggiori collegamenti col mondo del lavoro ma, soprattutto, un'intensa collaborazione con gli istituti internazionali. L'Europa deve crescere anche attraverso la progressiva internazionalizzazione della scuola e le riforme dell'istruzione hanno proprio quest'obiettivo. Il programma introduce la struttura curricolare flessibile, che incrementa l'autonomia delle scuole e mira a un'istruzione maggiormente orientata alle esigenze del settore produttivo e, quindi, del territorio circostante. La parola d'ordine, pertanto, è flessibilità. Verranno introdotte, inoltre, delle quote d'orario a completa disposizione delle scuole (14,8% durante il primo biennio, 17,6% durante il secondo e 43,7% nel corso del quinto anno), il cui obiettivo è l'attivazione di attività direttamente connesse col territorio. L'uso di queste ore non verrà reso obbligatorio, ma sarà facoltativo. A quanto detto si aggiunge la quota dell'autonomia pari al 25% dell'orario, il cui scopo è potenziare determinati insegnamenti e/o attivarne ulteriori. Durante il quinto anno, questa percentuale raggiunge il 30% del totale, in modo da poter includere anche eventuali stage, tirocini e percorsi orientativi, in grado di rafforzare le connessioni col mondo del lavoro. Come accennato in precedenza, la riforma prevede una profonda rimodulazione degli orari, i quali dovrebbero essere articolati in questo modo: - durante il primo biennio, 1221 ore saranno dedicate alla parte generale (ridotta di 99 ore rispetto al passato) e 891 ore alla parte relativa all'indirizzo (che aumenterà di 99 ore) - durante il secondo biennio, 990 ore verranno dedicate alla parte generale e 1122 alla parte di indirizzo - durante il quinto anno, 462 ore verranno dedicate alla parte generale e 528 a quella di indirizzo. Un'altra novità interessante riguarda l'introduzione dei patti educativi 4.0. Di cosa si tratta? Di accordi tra gli istituti tecnici e professionali e gli ITS, le Università, gli enti di ricerca e formazione, le imprese. Tali accordi hanno l'obiettivo di aumentare le conoscenze di studenti e studentesse e consentire loro di poter usufruire di laboratori avanzati, realizzando percorsi PCTO efficaci e innovativi. L'ultima modifica riguarda il percorso di formazione che i docenti dovranno affrontare. Agli insegnanti verranno resi disponibili diversi corsi di formazione in azienda. Saranno le stesse scuole a instaurare rapporti di collaborazione con determinate aziende e ad attivare una varietà di corsi destinati agli insegnanti. Tale soluzione punterà a migliorare le conoscenze e le competenze del corpo docenti, nonché le relazioni tra due realtà così vicine, ma che spesso appaiono lontane.
Il liceo del Made in Italy
La terza grande innovazione che sta per andare in scena riguarda l'introduzione del liceo del Made in Italy, la cui attivazione è prevista entro settembre 2024. Questo percorso formativo dovrebbe concentrarsi sulle scienze giuridiche ed economiche, sulle competenze imprenditoriali, sullo stretto rapporto che intercorre tra la scuola e le filiere produttive, sia locali che nazionali, e sulla padronanza di almeno due lingue straniere. Il liceo del Made in Italy ha l'obiettivo di formare studenti e studentesse dotandoli di conoscenze specifiche, che li aiutino a gestire un'impresa e determinate strategie di mercato. Il focus di questo programma di studi riguarda proprio le produzioni provenienti dal territorio italiano. Si tratta di un percorso innovativo, che ha fatto molto discutere e che ha l'obiettivo di consegnare agli studenti le conoscenze relative all'uso di materiali, tecniche e tradizioni spesso uniche al mondo. Non mancherà neppure una certa attenzione verso le materie STEM, ovvero Scienza, Tecnologia, Matematica e Ingegneria. Nonostante l'obiettivo del governo sia quello di introdurre il nuovo liceo nelle opzioni fruibili dagli studenti che si iscriveranno alle scuole superiori nell'estate 2024-2025, al momento appare molto difficile immaginare iscrizioni per un percorso scolastico che non è stato ancora presentato durante nessun open day. Più realisticamente, il liceo del Made in Italy dovrebbe fare il proprio debutto entro il 2025-2026. Secondo quanto appreso dalle informazioni attualmente disponibili, 132 ore verranno assegnate allo studio della lingua e alla letteratura italiane, 99 ore verranno assegnate a materie quali storia, geografia, economia politica, diritto, lingue e culture straniere, matematica e informatica, 66 ore a una seconda lingua, alle scienze naturali e a quelle sportive e motorie. Infine, 33 ore saranno dedicate all'insegnamento della storia dell'arte, della religione cattolica o di altre materie a scelta. Durante il triennio verrà dato ampio spazio a materie quali economia e gestione delle imprese del Made in Italy, mercati internazionali, modelli di business nei settori dell'arte, della moda e dell'alimentare. Non mancherà la possibilità di richiedere e attivare tirocini presso imprese specifiche, in base alle esigenze di apprendimento e specializzazione dei singoli studenti.
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