Corsivo: alcuni Stati come Finlandia e Stati Uniti lo hanno abbandonato. Qual è la posizione dell'Italia?

06 maggio 2024 4 minuti
SCUOLE NEL MONDO

Da qualche anno l'abolizione dell'insegnamento del corsivo è diventata una realtà in alcune nazioni e sta lasciando il posto all'acquisizione di competenze ritenute più utili per i giovani del futuro. Gli esercizi di calligrafia, quindi, non saranno più assegnati come compiti a casa né affrontati in classe, ma sembrano destinati a finire nel dimenticatoio.

 

Corsivo, le nazioni che lo hanno abolito

Alcuni Stati hanno rimosso l'insegnamento del corsivo dalla didattica delle scuole primarie. Tra questi figura la Finlandia, dove gli studenti non fanno più esercizi di calligrafia dall'autunno del 2016: fino al 2015, infatti, questi erano previsti dal secondo anno delle elementari, con tanto di lezioni in classe e di compiti per casa. Secondo le interviste rilasciate da Minna Harmanen, al tempo membro della Finnish National Board of Education (Consiglio Nazionale Finlandese per l'Istruzione), i docenti dovrebbero dedicare più tempo ad altre discipline come la lettura e la scrittura sul PC. Visti gli standard richiesti dalla Comunità Europea e alla luce delle nuove tecnologie, a suo avviso l'uso del computer sembra più utile. Gli USA hanno seguito l'esempio dei finlandesi poco tempo dopo, anche se l'argomento è tuttora oggetto di dibattito.

 

Dopo un periodo di prova in cui i bambini hanno appreso soltanto la scrittura in stampato minuscolo e maiuscolo, docenti ed esperti nel campo dell'educazione si sono resi conto di quanto togliere le lezioni sul corsivo impoverisse le potenzialità degli alunni. In California, per esempio, gli alunni dalla prima alla sesta elementare torneranno presto ad apprendere questo carattere con esercitazioni in classe e a casa, grazie alla nuova legge Assembly Bill 446.

 

Altri Stati come il Michigan, in cui è nato un concorso chiamato "Cursive is cool" (Il corsivo è bello) voluto dalla Campaign for Cursive, cercano di promuoverne la trasmissione su base volontaria. C'è da dire, comunque, che negli anni 2015-2016 non tutta la federazione statunitense ne aveva accolto l'abolizione. Al momento gli Stati tornati alla scrittura corsiva sono 22, di cui 14 tramite una normativa codificata e sottoposta ad approvazione. Tutto ciò nonostante il Common Core State Standards (ente finalizzato alla diffusione delle linee guida in ambito didattico) nel 2010 l'avesse messa in secondo piano.

 

Scrittura corsiva, la situazione in Italia

Da un punto di vista legale il Bel Paese non ha rimosso l'apprendimento del corsivo dai piani di studio, in quanto ritenuto parte integrante del patrimonio culturale. Tuttavia, gli esercizi di calligrafia sono caduti in disuso in parecchie scuole elementari e nelle classi in cui i maestri insegnano questo stile di carattere i compiti non prevedono più la scrittura di pagine intere con una sola lettera dell'alfabeto. Perfino le tempistiche sembrano ridotte rispetto alle tendenze di un paio di decenni fa: se i docenti delle scuole primarie vi dedicavano almeno 2 o 3 mesi (insieme a stampato maiuscolo e minuscolo), il periodo si è ridotto a non più di 2-3 settimane e, spesso, con posticipazione al secondo quadrimestre del primo anno o ai mesi iniziali della seconda elementare.

 

Vi ricordiamo, inoltre, che il Consiglio di Stato 877 del 16 febbraio 2010 non prevede obblighi per l'uso del corsivo durante gli esami e i compiti in classe, pertanto non potete costringere gli studenti a utilizzarlo. D'altro canto, gli allievi sono tenuti a scrivere come d'abitudine, in modo che voi docenti possiate riconoscere i tratti caratteristici della sua grafia anche in stampatello e stampato minuscolo.

 

Le opinioni degli studiosi a favore dell'abbandono del corsivo

Oltre alla già citata Minna Harmanen, altre personalità di spicco hanno espresso giudizi favorevoli all'abolizione della scrittura corsiva e, più in generale, di quella a mano. Enrique Dans, docente di Tecnologie e Sistemi informatici presso l'IE University di Madrid, ritiene che essa sia di scarsa utilità nel quotidiano anche nella stesura di liste e pro-memoria. Quanto appena affermato è esteso alle firme, considerate da lui un mezzo d'identificazione poco attendibile in quanto suscettibili di falsificazioni.

 

Il professore, tuttavia, non nega l'efficacia in termini di coordinazione, attenzione e psico-motricità, ma secondo lui il processo deve avvenire attraverso strumenti più rapidi e innovativi dell'apprendimento di questo stile. A suo avviso, l'impiego di smartphone, tablet e computer deve essere consentito fin dai primi anni di scuola, limitatamente alle attività didattiche. Ciò consentirà ai più piccoli di sostituire la presa manuale di appunti con quella digitale e di utilizzare tali dispositivi in maniera consapevole.

 

Stile corsivo, i pareri in disaccordo con l'abolizione

Accanto alle opinioni favorevoli sull'abbandono del corsivo, negli ultimi 10-15 anni hanno trovato spazio numerose reazioni contro questa decisione. Già nel 2015 la professoressa Isabelle Montésinos-Gelet del dipartimento di Didattica dell'Università di Montréal (Canada) affermava l'utilità della scrittura manuale e le sue potenzialità future. La ricercatrice mette in evidenza la fluidità del carattere: l'impiego delle lettere staccate (come in stampato maiuscolo e minuscolo) è paragonabile ai gesti compiuti mentre si disegna. In questo modo il bambino considera le lettere come segni a sé stanti e potrebbe avere difficoltà di riconoscimento all'interno di sillabe e parole, con una maggiore tendenza alla confusione in caso di similitudini (ad esempio tra "o" e "q", "e" e "b", etc...). Un impiego continuativo del corsivo in tenera età, inoltre, promuove l'autonomia nella produzione, decifrazione e lettura di un elaborato scritto, indipendentemente dalla sua complessità. Ne traggono beneficio anche le capacità mnemoniche, di attenzione e di coordinazione tra mente e mano sul supporto cartaceo.

 

Dello stesso parere sono Leslie Zoroya (direttrice del progetto per l'Arte della Lettura e del Linguaggio all'Ufficio dell'Istruzione di Los Angeles) e il professore di pedagogia Pietro Lucisano, presidente della Società Italiana di Ricerca Didattica (SIRD). In particolare, questa modalità permette all'alunno di scrivere in maniera fluida e, allo stesso tempo, di calibrare la pressione della penna (o della matita) sul foglio, calcando solo dove serve. Si tratta di un esercizio impegnativo per gli studenti di età inferiore agli 8 anni, ma in grado di portare a risultati eccellenti e a un livello di precisione paragonabile soltanto a un impiego magistrale del pennello su tela, carta o altre superfici.

 

Scrittura a mano e sullo sviluppo di DSA

Per un discreto numero di bambini imparare il corsivo è un'attività divertente, anche se richiede impegno, tempo e concentrazione: il discorso vale per l'Italia come per le nazioni in cui una percentuale significativa di insegnanti fatica a decifrare e distinguere questo stile di scrittura. Ma c'è di più: uno studio condotto congiuntamente dall'Università La Sapienza e il Policlinico Umberto I di Roma, pubblicato sulla rivista sanitaria "Occupational Therapy in Health Care", ha messo in rilievo come l'insegnamento della scrittura corsiva sia uno strumento efficace per l'individuazione precoce di disturbi dell'apprendimento (DSA), dislessia, disgrafia e deficit di coordinazione. A loro volta, la comparsa di questi ultimi è influenzata da un uso improprio dei dispositivi digitali fin dall'età pre-scolare, unitamente a una trasmissione non adeguata di nozioni e competenze. Il problema riguarda soprattutto la didattica in relazione a studenti problematici: noi di Scuola.net vi invitiamo a fare di tutto per capire le ragioni di tali difficoltà, evitando mortificazioni e rimproveri distruttivi per l'autostima del bambino.

 

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