Transizione digitale: l’impatto tecnologico sulla didattica museale

21 giugno 2024 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

La rivoluzione digitale gioca un ruolo cruciale nello sviluppo di diversi settori culturali, tra cui anche l’arte e la didattica museale. Uno tra gli aspetti più significativi di questa transizione, infatti, riguarda il cambiamento della divulgazione culturale e dell'arte. È in questo ambito che le nuove tecnologie di digitalizzazione si rivelano in grado di avvicinare cittadine e cittadini alle istituzioni museali e alle loro proposte. 

 

Le nuove generazioni si sono mostrate particolarmente sensibili alla digitalizzazione dei musei e delle gallerie d'arte perché la tecnologia è uno dei mezzi che è riuscito a trasportare l'arte al di fuori di libri e musei, rendendola a portata di clic per un pubblico ampio ed eterogeneo.

 

Ma quale impatto ha avuto la digitalizzazione sulla didattica museale e quali sono le realtà che hanno lavorato meglio da questo punto di vista?

 

 

Digitalizzazione dei musei: che cos’è, come si è evoluta e quali sono i vantaggi 


In seguito alla diffusione della multimedialità e dell'interattività, le istituzioni culturali hanno adottato un modo di accedere e vivere gli spazi che sfruttano il potenziale della digitalizzazione.

 

Si tratta di un'opportunità molto interessante per i musei che si aprono verso il futuro e si modernizzano abbinando la tradizione con le ultime tecnologie che rivoluzionano il nostro modo di interagire con l’ambiente. Le istituzioni museali straniere e italiane hanno quindi accolto la tecnologia digitale nelle gallerie, nei corridoi e nelle sale delle proprie strutture. 

 

I progressi più significativi di questa rivoluzione si sono compiuti nella promozione della relazione tra pubblico e opere d’arte: per esempio, la gestione di un sito web interattivo e coinvolgente è per i musei una pratica ormai essenziale per la propria crescita e conservazione. 

 

Nonostante una prima reazione affannosa nei confronti delle novità, i principali musei italiani hanno presto sposato le numerose opportunità offerte dalla tecnologia, che non si limitano soltanto alla gestione dei profili sociali e a qualche display interattivo installato nei corridoi del museo. 

 

A dare una forte spinta a questa evoluzione è stata la recente pandemia Covid-19, che ha indotto tantissimi musei a realizzare percorsi multimediali che potessero sostituire, anche parzialmente, l'esperienza in loco. Questi tentativi sono stati presto apprezzati dal grande pubblico, così come dalle classi scolastiche, e le istituzioni hanno quindi continuato a lavorare in questa direzione.

 


Musei online per una maggiore accessibilità a studenti di ogni grado


Secondo le statistiche, sui social media e sui blog, i post educativi sono tra i contenuti online che riescono ad ottenere i risultati migliori in termini di gradimento e coinvolgimento dell'utenza. 

 

Una discreta attenzione riscuotono anche i cosiddetti user generated content, ovvero i contenuti postati dai singoli utenti e ricondivisi sulle pagine ufficiali del museo. Si tratta di un tipo di contenuti inediti che partono dal basso fino ad arrivare su profili certificati, in grado di interessare il pubblico proprio grazie alla riduzione della distanza tra “arte” e realtà quotidiana. 

 

Questo aspetto si rivela particolarmente interessante nell’ottica educativa di coinvolgere e stimolare studenti che sentono lontana da sé la realtà ricercata e culturalmente elevata dei musei. 

 

La presenza online dei musei è un’attività molto utile per la valorizzazione della qualità dell'offerta culturale per il pubblico in generale e giovani studenti in particolare. In quest’ottica, per la comunicazione di temi, opere e prodotti culturali è importante che i contenuti non risultino elitari e difficili da comprendere, ma semplici e accessibili per chi, in base all'età e alla formazione, non ha mai approfondito determinati ambiti. 

 


Le istituzioni museali si raccontano alle classi


Raccontarsi online non è semplice, ma un museo può sfruttare questa possibilità per colmare il divario tra studenti ed esperienza culturale in sede. Attraverso il digital storytelling, relativo alla narrazione della propria storia e identità sotto forma di storie, aneddoti, eventi e progetti, le istituzioni sono in grado di coinvolgere chi fruisce dei contenuti culturali in modo da ispirare la curiosità e la conoscenza anche, e soprattutto, a livello emotivo. 

 

Un aspetto cruciale per il museo, infatti, è la capacità narrativa capace di stimolare e attivare l'interesse di chi lo esplora. Protagoniste degli spazi museali possono essere anche la realtà virtuale e la realtà aumentata, entrambe capaci di creare nuovi scenari in cui l'arte si adatta alle tendenze digitali che predominano la vita delle nuove generazioni. 

 

Essere presenti nella mente di giovani studenti, nativi digitali, può costituire un importante punto di contatto tra il singolo individuo e le istituzioni culturali. 

 

 

Digitalizzazione dentro i musei: esempi e sviluppi in Italia

 

Da qualche anno, anche nel nostro Paese musei e mostre hanno cominciato a offrire esperienze più coinvolgenti dal punto di vista esperienziale. Il primo esempio di questa tendenza è stata l'esposizione itinerante di Van Gogh del 2014, nella quale la percezione delle opere viene ampliata attraverso l'uso combinato di diverse tecnologie, tra cui immagini proiettate e suoni suggestivi. 

 

Da allora Van Gogh, Caravaggio, Dalì, Klimt, Giotto e Chagall sono soltanto alcuni dei protagonisti delle mostre multimediali che si sono alternate negli ultimi anni in Italia. Nel 2016, una delle esperienze immersive più visitate in assoluto è stata quella allestita a Bologna, intitolata David Bowie Is. L'evento fu riproposto anche presso il Victoria and Albert Museum di Londra, quindi esportato anche in altri Paesi. 

 

Tra i musei italiani che più di tutti ha intensificato l'uso della tecnologia è il Museo del Novecento di Milano, che da qualche anno propone percorsi di visita online per il pubblico e le classe e presenta le sue opere attraverso il profilo Instagram dedicato. Inoltre, anche il sito web è ricco di percorsi multimediali a distanza e webinar, spesso dotati di guide in grado di migliorare ulteriormente l'esperienza dell'utente. Nel 2021, il museo ha persino lanciato l'iniziativa KitEdu900, dedicata a studenti e studentesse delle scuole primarie, che attraverso immagini e narrazioni racconta e presenta 10 dei capolavori del percorso museale. 

 

Uno dei filoni che sta riscuotendo più successo è quello della gamification, che unisce gioco e cultura. Il Museo Archeologico di Napoli ha realizzato e introdotto nel proprio percorso di visita il videogioco Father and Son: la storia vede protagonista un figlio che ricostruisce la vita e il passato del proprio padre archeologo; è così che il percorso conduce, passo dopo passo, alla scoperta di tutte le principali collezioni del museo. 

 

A Trento, invece, il Museo delle Scienze ha allestito una zona chiamata Hands on nella quale, usando apposite postazioni multimediali, è possibile prendere parte a brevi e semplici esperimenti di matematica, fisica e scienze naturali. Altri spazi vengono utilizzati per eventi specifici: tra questi spicca il planetario digitale tridimensionale, che ricostruisce il cosmo e prevede la collaborazione di un astronomo esperto, in grado di guidare giovani studenti in un'esperienza unica nel suo genere. Infine, per le classi di scuola secondaria è disponibile anche Muse Adventures, un progetto di gaming con la realtà virtuale in cui ci si veste dei panni di uno scienziato per poi muoversi in un ambiente virtuale attraverso l'uso di un visore e di un set di comandi dotati di sensori di movimento. 

 


La digitalizzazione è un fenomeno culturale capillare che inevitabilmente ha un impatto determinante sul modo di vivere di giovani studentesse e studenti, ma anche sul loro modo di imparare fuori dall’aula.