Il metodo didattico della metacognizione: 3 strategie per imparare a imparare

11 ottobre 2024 3 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Cos’è la metacognizione?
Si tratta di un metodo di studio e un approccio all'insegnamento che mirano a potenziare i processi di apprendimento tramite strategie che sviluppino le funzioni metacognitive

I docenti non insegnano più soltanto le nozioni della propria disciplina, ma insegnano anche ad apprendere, in una nuova azione educativa che prepara e dimostra come mettere in atto le tattiche più efficaci per ampliare le conoscenze.


L'antenato della metacognizione: il metodo di studio

In origine si chiamava metodo di studio e i primi approcci verso la comprensione della struttura che organizza il funzionamento del pensiero risalgono al comportamentismo e in seguito al cognitivismo.


Negli anni '60 vengono messe a punto tecniche di studio con lo scopo di assistere gli studenti verso una migliore organizzazione dell’apprendimento basate sulla memorizzazione, sulla raccolta di appunti, sulla lettura dei testi, sulla schematizzazione, il riassunto, ma anche sulla gestione degli stati d'ansia prima e durante le verifiche.

Nel 1974 un metodo in particolare emerge rispetto agli altri, risultando più efficace in qualità di tecnica di studio. Il processo di apprendimento sembra essere più solido e duraturo quando un'informazione viene rielaborata con parole proprie e poi arricchita attraverso ulteriori informazioni che provengono dalla propria esperienza. Ma è anche in questi stessi anni che comincia ad affiorare il costrutto della metacognizione.


Che cos'è la metacognizione?

Apprendimento. Una parola che ricorre costantemente nella vita di ogni individuo. Determinate abilità e conoscenze sono richieste fin dalla nascita per poi arrivare ad ampliarle nel corso della vita inizialmente dai propri genitori, poi dalla scuola, dagli amici, da internet, nell'ambiente di lavoro: parlare, camminare, tenere in mano una forchetta, andare in bicicletta. 

È grazie a questo processo che è possibile imparare, evolvere e interagire con il mondo circostante. Tuttavia, nonostante sia una componente essenziale della vita delle persone, è anche un aspetto che viene spesso trascurato. 


Una nota storica: il termine “metacognizione”

Dal punto di vista etimologico, metacognizione significa “conoscenza della conoscenza”. Una prima spiegazione del concetto viene data da alcuni studiosi, Wells e Velzen per esempio, che la definiscono come la consapevolezza da parte dell'individuo delle proprie capacità di apprendimento.

Il termine vero e proprio fu introdotto soltanto nel 1976 dallo studioso Flavell sulle conoscenze proprie dell'individuo nei suoi processi di memorizzazione con lo scopo di potenziarli, in ambito didattico e pedagogico. Se una persona è infatti cosciente del processo cognitivo che mette in atto in fase di apprendimento, può regolarlo e adattarlo per migliorare l'apprendimento stesso. Una sorta di atto di conoscenza, la facoltà di massimizzare l'apprendimento attraverso l'applicazione di un metodo.

Se da un lato la metacognizione consiste nella consapevolezza da parte dell'individuo di tutte quelle strategie messe in atto nei processi cognitivi (attenzione, memoria, elaborazione delle informazioni), dall'altro è anche monitoraggio della fase di apprendimento, controllo e autovalutazione. Si tratta di dimensioni trasversali che non rappresentano delle vere e proprie tecniche da mettere in atto, quanto delle procedure di regolazione dell'attività cognitiva.
 

La didattica metacognitiva: 3 esempi di strategie da proporre in classe

In ambito scolastico la metacognizione è uno strumento chiave per uno studio più efficace, perché permette allo studente di ottimizzare metodi e tempi di apprendimento. In questo approccio il ruolo dell'insegnante è fondamentale per facilitare e mediare i cambiamenti di paradigma in chi deve imparare.

I metodi di metacognizione possono essere applicati sia in classe che a casa, ma ogni percorso deve essere seguito in modo indipendente e autonomo nel rispetto delle predisposizioni di ogni studente.


1) L'autovalutazione

Una prima metodica è quella dell'autovalutazione per cui gli studenti esplorano le proprie attitudini e preferenze: analizzano e riflettono sulle informazioni che considerano più difficili e gli errori che commettono più frequentemente, così da riflettere in modo critico sulla loro comprensione del compito e le strategie utilizzate. Ogni dettaglio può essere poi annotato in un diario dentro il quale si costruirà il metodo di studio più idoneo per ogni alunno.


2) Organizzazione mentale

Un'altra strategia molto importante riguarda le competenze organizzative che aiutano lo studente a collegare tra loro argomenti separati al fine di ottenere un pensiero coerente e logico. Molto utile a tale scopo è l’utilizzo delle mappe concettuali che evidenziano i temi più importanti e gli eventuali collegamenti tra i singoli elementi del discorso.


3) Ripetizione

Allo stesso modo risulta rilevante la terza strategia di applicazione, la strategia della ripetizione, perché soltanto ripetendo più volte l'argomento da studiare se ne acquista piena padronanza, stimolando lo sviluppo di una memorizzazione efficace e duratura.


Perché è importante la metacognizione?

La metacognizione è una riflessione su come si impara in cui le componenti metacognitive (meta-memoria, meta-attenzione, meta-comprensione) rivestono un ruolo fondamentale e condizionano il modo in cui un individuo apprende. I risultati migliori nell'apprendimento, infatti, si ottengono quando si riescono a riconoscere e individuare le difficoltà, così da generare domande e stimolare riflessioni verso nuove strategie.

Al contrario un deficit metacognitivo provoca nell'individuo grande vulnerabilità a livello sia sociale che affettivo con conseguenze che sfociano in un umore spesso mutevole, nell'incapacità di comprendere gli altri e nella difficoltà di risolvere i problemi. La metacognizione si rivela molto utile, quindi, non solo per chi incontra ostacoli nell'apprendimento, ma anche per chi manifesta particolare disagio nelle dinamiche relazionali.

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