Liceo economico sociale, niente più confluenza nel Liceo del Made in Italy
L'emendamento all'A.C. 2119, approvato il 10 dicembre 2024 con la conversione del D.L. 160/2024 in legge, sancisce definitivamente l'indipendenza tra il Liceo Economico Sociale (LES) e il Liceo del Made in Italy (LMI). La modifica riguarda il comma 4 dell'articolo 18 della legge 206/2023 e le disposizioni sono entrate in vigore per l'anno scolastico 2024/2025.
Liceo Economico Sociale: materie, sbocchi e opportunità per il futuro
Il Liceo Economico Sociale (LES) offre un percorso formativo che combina competenze giuridiche, economiche e sociali. A differenza del vecchio istituto tecnico commerciale, il LES prepara sia per l’ingresso nel mondo del lavoro sia per il proseguimento degli studi universitari in ambito giuridico, economico, sociale e pedagogico, rispondendo alle esigenze di una società in continua evoluzione.
Gli studenti sviluppano una solida cultura generale, paragonabile a quella di altri licei, grazie a un curriculum che prevede lo studio di due lingue straniere per l’intero quinquennio, oltre a materie come economia politica e diritto. A queste si affiancano discipline umanistiche come metodologia della ricerca socio-psico-pedagogica, sociologia, psicologia, pedagogia e antropologia, garantendo una formazione ampia e interdisciplinare.
I docenti hanno l’opportunità di collegare gli argomenti teorici ad aspetti di attualità, favorendo un apprendimento più efficace e coinvolgente.
Liceo del Made in Italy: cosa si studia e quali competenze offre
Il Liceo del Made in Italy (LMI) condivide alcuni elementi con il LES, ma ha un focus più marcato sull’economia e sulla gestione aziendale, in particolare nel triennio. L’obiettivo principale è fornire competenze per valorizzare, promuovere e tutelare le eccellenze italiane, con un’attenzione particolare al marketing, all’innovazione tecnologica e al patrimonio culturale.
Rispetto al LES, il LMI prevede lo studio del diritto e dell’economia politica solo nel primo biennio, mentre discipline come psicologia e sociologia non fanno parte del programma. Lo studio della seconda lingua straniera è mantenuto per l’intero quinquennio, con un monte ore leggermente inferiore rispetto al LES. Inoltre, nel triennio è previsto l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica (CLIL) per implementare competenze spendibili a livello internazionale.
L’ipotesi di fusione
L’ipotesi di fusione tra il LES e il LMI è nata dall’esigenza di ottimizzare l’offerta formativa e rendere più chiara la scelta per gli studenti. Entrambi i licei condividono una solida base economica e giuridica, ma con differenze sostanziali nell’approccio: il LES offre una preparazione più interdisciplinare, che integra discipline sociali e umanistiche, mentre il LMI è più orientato alla valorizzazione del Made in Italy e all’imprenditorialità.
L’idea era quella di creare un percorso unico che coniugasse le competenze manageriali e aziendali del LMI con la preparazione più teorica e analitica del LES, fornendo agli studenti una formazione ampia e versatile. Questa integrazione avrebbe potuto garantire un equilibrio tra conoscenze giuridico-economiche e strumenti pratici per la gestione e promozione delle eccellenze italiane.
Perché il Liceo Economico Sociale è rimasto un indirizzo autonomo
L’idea di unificare il Liceo Economico Sociale (LES) con il Liceo del Made in Italy (LMI) ha suscitato numerose perplessità all'interno della comunità scolastica. In particolare, le 419 scuole e le oltre 3.000 classi LES attive in Italia hanno espresso una forte contrarietà all’accorpamento, evidenziando i rischi di una fusione tra due percorsi con obiettivi e strutture differenti.
A determinare il passo indietro sulla riforma hanno contribuito diversi fattori:
- Un indirizzo consolidato contro una nuova sperimentazione. Il LES è un liceo con una chiara identità, costruita nel tempo attraverso una solida continuità didattica e un impianto formativo ben definito. Il LMI, al contrario, rappresenta una novità ancora in fase di rodaggio, con una struttura curricolare da consolidare. Accorpare i due percorsi avrebbe significato mettere a rischio un modello educativo già rodato per integrare un indirizzo ancora in fase di assestamento.
- Il rischio di una riduzione dell’offerta formativa. L’accorpamento tra il LES e il LMI avrebbe comportato la perdita di alcune peculiarità distintive di entrambi i percorsi. Se da un lato il LES fornisce una preparazione interdisciplinare che include materie giuridiche, economiche e sociali, il LMI è pensato per formare professionisti specializzati nella valorizzazione del Made in Italy. La fusione avrebbe rischiato di ridurre la varietà dell’offerta formativa disponibile per gli studenti, anziché ampliarla.
- Dubbi sulla compatibilità tra i due modelli didattici. Un altro punto critico era la difficoltà di integrare i programmi già avviati nelle scuole, mantenendo la continuità dell’insegnamento. Il LES e il LMI presentano differenze non solo nei contenuti, ma anche negli approcci metodologici e negli obiettivi formativi, rendendo complessa una loro unificazione senza sacrificare elementi chiave di entrambi.
- La forte opposizione della comunità scolastica. Dirigenti scolastici, docenti, studenti e associazioni hanno espresso una chiara resistenza all’eliminazione del LES. Il timore era quello di perdere un liceo che, nel tempo, ha sviluppato una propria identità riconoscibile e ha dimostrato di rispondere efficacemente alle esigenze di orientamento degli studenti.
Di fronte a queste considerazioni, il Ministero dell’Istruzione ha scelto di mantenere il Liceo Economico Sociale come indirizzo autonomo, garantendone la continuità e riconoscendone il valore nel panorama scolastico italiano.
La decisione di non integrare il LES nel LMI è stata accolta con sollievo e soddisfazione da più parti. Il LES era nato con l’obiettivo di colmare una lacuna nel sistema educativo italiano, offrendo agli studenti un percorso che combinasse diritto, economia politica e scienze umane in un contesto interdisciplinare. Questo modello ha permesso al LES di allinearsi ai sistemi educativi europei, dove indirizzi simili esistono già da tempo e sono molto apprezzati per la loro versatilità.
La reazione positiva alla conferma dell’autonomia del LES dimostra quanto questo indirizzo sia ormai radicato nel panorama educativo italiano.
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