La parità di genere? Promuoviamola a scuola
Gli stereotipi di genere sono tra i principali ostacoli alla piena realizzazione delle donne nella società, al punto da ledere i loro diritti per una piena parità. Tutte e tutti, infatti, cresciamo dentro un contesto culturale che ha un ruolo importante nel determinare come ci percepiamo e ci comportiamo, e quali ambizioni ci concediamo di avere. Se i modelli culturali valgono per uomini e donne, con conseguenze negative per entrambi, per le donne l’effetto è particolarmente limitante rispetto alle scelte di vita e di affermazione di sé.
Gli stereotipi che limitano le donne
Negli ultimi 50 anni le donne hanno conquistato molti diritti in ambito sociale, familiare e lavorativo. È vero per esempio che nel 1975 il nuovo diritto di famiglia ha posto fine al patriarcato a livello giuridico: da allora, marito e moglie sono sullo stesso piano. Alcuni stereotipi però continuano a impattare sullo sviluppo personale e professionale delle donne: una donna che risponde con veemenza, per esempio, sarà considerata un’isterica, mentre la veemenza di un uomo è segno di assertività; a una donna si danno meno incarichi di responsabilità per timore che una maternità posso renderla meno efficiente.
Donna/madre
Alla base di tutti gli stereotipi c’è l’associazione donna-madre, da cui deriva l’idea che la donna sia più portata dell’uomo alla cura: verso i bambini, verso gli anziani, anche verso il proprio compagno; e naturalmente verso la casa, la cui gestione pesa soprattutto su di lei. C’è un libro che denuncia con efficacia la sbilanciata distribuzione dei carichi in famiglia: Bastava chiedere, scritto e disegnato da Emma, blogger e fumettista francese. Con ironia e rigore l’autrice sottolinea come la cura della casa e delle relazioni familiari sia ancora sulle spalle delle donne. Tornate a casa dal lavoro, devono occuparsi di tutto, dalla lavatrice ai bisogni dei bambini. E se oggi molti uomini sanno passare l’aspirapolvere, il problema è che lo fanno per lo più dietro richiesta della compagna; non agiscono né programmano in autonomia. Il carico mentale, insomma, pesa sulle donne. Questa situazione ne induce molte a rinunciare a opportunità di carriera o di svago e compromette i diritti umani legati al benessere mentale.
Come agire in classe
La scuola ha un ruolo importante nel promuovere il cambiamento.
Proponiamo testi e film che mettano in discussione i ruoli di genere tradizionali, biografie di scienziate o leader politiche che mostrino modelli femminili diversi.
Organizziamo dibattiti su temi di genere, sia alle scuole secondarie di primo grado che in quelle di secondo grado, dove tutte e tutti possano riflettere sui propri pregiudizi. DomandeScomode@school offre un webinar liberamente fruibile sul tema, dal titolo “Ruoli e stereotipi di genere”. Per iscrivere le tue classi, clicca qui per le scuole secondarie di primo grado e qui per le scuole secondarie di secondo grado.
Assicuriamoci sempre che ragazze e ragazzi possano partecipare in egual modo ad attività scientifiche, sportive e artistiche e incoraggiamo le studentesse a esplorare ambiti considerati "maschili", come la robotica o l'ingegneria. I dati in questo senso sono sconfortanti.
Le parole poi modellano il pensiero: ecco perché è importante proporre una riflessione sul linguaggio, promuovendo l’inclusività, a cominciare per esempio dall’usare il femminile per indicare lavori che prima erano riservati ai maschi. Evviva le avvocate, quindi, le sindache e anche le ingegnere!
Contrastare gli stereotipi di genere ha benefici profondi: consente di formare una generazione capace di riconoscere e superare pregiudizi, creando così una società più giusta, rispettosa dei diritti di tutti e tutte.
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