Materie STEM: un amore possibile per tutti. E tutte!

14 gennaio 2025 2 minuti
SPECIALE EDUCAZIONE AFFETTIVA

L’indagine internazionale IEA TIMSS 2023, promossa dalla IEA (International association for the evaluation of Educational Achievement) valuta le competenze in matematica e scienze degli studenti del quarto e dell’ottavo anno di scolarità (rispettivamente quarta elementare e terza media in Italia). 


I dati dimostrano che in tutto il mondo esiste un problema di ‘gender gap’: in 40 su 58 Paesi analizzati, i bambini al quarto anno di scuola hanno ottenuto punteggi medi superiori rispetto alle bambine. In Italia il divario tra i primi e le seconde è addirittura di 22 punti. Anche per la terza media, l’Italia è tra i Paesi dove le differenze di genere nella scala di matematica sono a favore dei maschi (509 vs 492) con una differenza di 16 punti. In entrambi i casi, si tratta di una delle differenze di genere più elevate fra i Paesi partecipanti. 

 

La matematica è roba da maschi?

Gli studi delle neuroscienze dimostrano, però, che non vi sono differenze tra i sessi nelle abilità di ragionamento meccanico e matematico, nel pensiero astratto, nella memoria semantica e procedurale, nell’immaginazione, nella memoria spaziale, nell’abilità musicale, nel riconoscimento di oggetti, nell’analisi sensoriale.


La differenza nei risultati sulle competenze matematiche dipende quindi dagli stereotipi sociali e culturali che permeano l’educazione che viene data a tutte e tutti fin dai primi anni di vita e che danno quindi forma a come ci percepiamo. Fin da piccoli, bambini e bambine ricevono un messaggio più o meno esplicito: la matematica è adatta ai maschi, le femmine sono più portate per le materie umanistiche.

 

Famiglia e scuola insieme per cambiare le cose

Genitori e insegnanti hanno quindi una grande responsabilità: attraverso un approccio integrato possono aiutare bambine e ragazze a superare questo gender gap che limita anche le loro prospettive professionali future.


Come insegnanti possiamo partecipare a corsi di aggiornamento sulle questioni di genere per identificare e superare stereotipi inconsci che potrebbero influenzare il nostro approccio con studenti e studentesse o corsi sull’empowerment femminile.
La scuola può organizzare incontri con i genitori per sensibilizzarli sull’importanza di sostenere le figlie nelle STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e può suggerire libri, giochi e attività da svolgere in famiglia per stimolare la curiosità scientifica.

Siccome poi l’esempio è sempre motivo di ispirazione, invitiamo a scuola donne che lavorano in ambiti STEM perché raccontino le loro esperienze e integriamo nei programmi storie di donne che hanno fatto grandi scoperte o hanno dato importanti contributi alle scienze. Non solo, può essere una buona idea creare programmi di tutoraggio con studentesse più grandi o professioniste del settore STEM.


Anche la scelta dei libri di testo è importante: verifichiamo che quelli da adottare non siano portatori di stereotipi di genere e che rappresentino in modo equo uomini e donne.

 

Infine, occhio al linguaggio, perché le parole nascono dalla realtà ma contribuiscono anche a crearla e a normalizzarla. Dobbiamo usare con naturalezza, quindi, il femminile dei sostantivi che indicano professioni tradizionalmente maschili, per esempio ingegnera, architetta, astronoma. Se lo sento dire, vuol dire che è possibile!
 

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