Violenza psicologica, bullismo e cyberbullismo

11 febbraio 2025 2 minuti
SPECIALE EDUCAZIONE AFFETTIVA

Sono più di 6 su 10 gli adolescenti che dichiarano di essere stati vittima di violenza. Il 71 per cento di loro denuncia di aver subito violenza psicologica e verbale, il 63 per cento di essere stato vittima di bullismo e il 19 per cento di cyber bullismo: gli ultimi due fenomeni insieme riguardano quindi ben l’82 per cento di chi afferma di aver subito violenza.
Sono i dati dell’Osservatorio Indifesa creato da Terre des Hommes insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo ed emergono da un’indagine relativa alle forme di violenza subite dalla GenZ  che ha coinvolto oltre 4.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni e pubblicata l’anno scorso.

 

Le caratteristiche specifiche di tre comportamenti abusanti

Che cosa si intende con bullismo e cyberbullismo e come si differenziano dalla violenza psicologica e verbale? 
La violenza psicologica e verbale consiste in attacchi che mirano, attraverso le parole, a mortificare, umiliare, manipolare la vittima, quindi a minarne l’autostima.
Il bullismo è un comportamento aggressivo, spesso ripetuto nel tempo, in cui un individuo (o un gruppo di individui) esercita una forma di potere su un altro ritenuto più debole. L’obiettivo è ferirlo e isolarlo. Può comprendere attacchi verbali, fisici, psicologici: si va quindi da offese e insulti alla diffusione di maldicenze ad aggressioni con spintoni o botte.
Il cyberbullismo avviene nel mondo digitale attraverso social media, chat, email o altre piattaforme e ha una portata più ampia perché i contenuti possono diffondersi rapidamente e restare online a lungo: comprende per esempio la diffusione non consensuale di foto o video intimi, gli insulti e le minacce sui social, o la creazione di profili falsi per umiliare la propria vittima.
Un dato allarmante è che il 66 per cento degli atti di bullismo e cyberbullismo avvengono in ambito scolastico. È importante quindi che chi lavora con giovani studenti e studentesse abbia idea della diffusione di questi fenomeni, di come si realizzano e di quali sono le conseguenze. 

 

L’indagine di Indifesa

I dati dell’indagine di Indifesa ci dicono che il bullismo è un fenomeno più maschile, mentre il cyberbullismo sembra colpire di più le ragazze. La violenza psicologica in generale colpisce di più le ragazze dei ragazzi, e ancora di più riguarda chi si definisce non binario.
L’atto di violenza psicologica più segnalato dalle ragazze (il 61 per cento) è il catcalling, ovvero commenti di carattere sessuale non graditi ricevuti da persone estranee in luoghi pubblici (per i maschi la percentuale scende al 6 per cento), mentre le molestie sessuali raggiungono il 30 per cento (il 7 per i maschi). 
Va peggio per chi si definisce persona non binaria: le violenze psicologiche e il bullismo sono segnalati dall’80 per cento di loro, il cat calling  dal 66 per cento, le molestie sessuali dal 36, il cyberbullismo dal 27.
Ma quali sono i temi oggetto di atti violenti o di bullismo? Prima di tutto l’aspetto fisico, poi l’orientamento sessuale, la condizione economica, l’origine etnica e geografica, l’identità di genere e la disabilità. In ultima posizione, la religione
Le conseguenze di queste violenze sono molto pesanti: la prima è la perdita di autostima e fiducia negli altri; seguono ansia sociale, attacchi di panico, allontanamento dai coetanei. Ma anche la scuola ne risente: è più difficile concentrarsi, cala il rendimento, e a volte si arriva a un vero e proprio rifiuto per la scuola in generale.

 

Bisogna fare qualcosa

Infine, dal report 2024 del Centro di ricerca Transcrime emerge che i giovani seguiti dai servizi per aver compiuto atti di bullismo sono raddoppiati in sette anni.
Tutti questi dati evidenziano quanto sia urgente progettare interventi sulla prevenzione del disagio dei ragazzi e degli adolescenti: solo così si possono aiutare sia le vittime di bullismo sia i bulli (e le bulle), che con i loro comportamenti dimostrano una grande fragilità.

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