Il cyberbullismo si combatte con l'empatia

14 febbraio 2025 2 minuti
SPECIALE EDUCAZIONE AFFETTIVA

Il cyberbullismo rappresenta una delle sfide educative più complesse dell’era digitale: le sue manifestazioni spesso sfuggono anche agli e alle insegnanti più attenti. Tuttavia, gli effetti psicologici di questa forma di prevaricazione si riversano inevitabilmente in classe, rendendo indispensabile un approccio educativo basato sull’empatia. Comprendere i segnali di disagio, collaborare con professionisti e professioniste della psicologia dell’età evolutiva, imparare a gestire conversazioni difficili sono strategie fondamentali per affrontare il fenomeno con sensibilità ed efficacia.

 


Riconoscere il disagio 

Uno degli aspetti più complessi del cyberbullismo è il suo carattere invisibile: molte vittime esitano a denunciare le aggressioni per vergogna o per paura di ritorsioni. L’insegnante dovrà quindi saper individuare possibili segnali di sofferenza: un calo del rendimento scolastico, l’isolamento sociale, sbalzi d’umore improvvisi, ansia, nervosismo e irritabilità. Allo stesso tempo, anche i bulli (o le bulle) possono manifestare disagio attraverso comportamenti aggressivi o, al contrario, atteggiamenti di chiusura. Un approccio empatico impone di non etichettare gli individui coinvolti come “vittime” e “colpevoli”, ma di considerare sempre anche il contesto in cui è avvenuta la violenza.

 

 

L’importanza della collaborazione 

Di fronte a un fenomeno così insidioso, la sinergia tra il corpo docente e psicologi scolastici diventa un elemento chiave. Una figura esperta può fornire strumenti utili per interpretare i segnali di disagio, suggerire strategie di intervento mirate, condurre incontri di sensibilizzazione con la classe per promuovere un ambiente scolastico più inclusivo e rispettoso. La creazione di sportelli d’ascolto accessibili a studenti e studentesse rappresenta un aiuto prezioso: permette a chi ne sentisse il bisogno di esprimere le proprie difficoltà senza timore di giudizio.

 

 

Come affrontare conversazioni difficili

Parlare di cyberbullismo richiede delicatezza e preparazione. È essenziale creare un clima di fiducia in cui studenti e studentesse coinvolti si sentano ascoltati e compresi. Perché ciò accada, il dialogo deve accuratamente evitare toni accusatori o giudicanti. È utile invece porre domande aperte, come “Hai notato qualcosa di strano nei tuoi rapporti online?” o “C’è qualcosa che ti preoccupa ultimamente?”. Un confronto costruttivo permette di far emergere le difficoltà emotive e di guidare ragazzi e ragazze verso una maggiore consapevolezza delle proprie azioni. 

 

 

Ascoltare attivamente

Alla radice di una comunicazione efficace con studenti e studentesse c’è la capacità di ascoltare attivamente, ovvero prestare orecchio a ciò che ci dicono con apertura, empatia e assenza di giudizio, e fare attenzione a ogni aspetto del loro messaggio: parole, tono, postura ed emozioni,
Thomas Gordon, psicologo statunitense che si è occupato di comunicazione efficace, evidenzia come l’ascolto attivo favorisca la comunicazione tra pari e con le e gli insegnanti, aiutando studenti e studentesse a sentirsi autonomi e sicuri di poter esprimere senza timore i propri pensieri.  L’ascolto attivo è una pratica fondamentale, troppo spesso tralasciata, che andrebbe trasmessa in classe come qualsiasi altra materia… magari nell’ora di educazione civica! 

 


Le buone pratiche

L’ascolto attivo si basa su pratiche preziose per costruire relazioni positive e  migliorare il benessere della classe. Tra queste, è importante ricordare l’utilizzo della prima persona: se l’insegnante inizia le sua frasi con “Io credo…”, “Io sento”, la classe percepirà la sua autenticità e sarà più invogliata a mostrarsi autenticamente a sua volta. Fondamentale inoltre non giudicare, ma riconoscere valore a ogni opinione; non dimenticare i segnali di contatto come sguardi, sorrisi e cenni di assenso, che trasmettono supporto e rassicurazione; e per poter fare tutto questo, garantire frequentemente alla classe un tempo relazionale, ovvero momenti di ascolto per favorire l’espressione emozioni e prevenire comportamenti negativi.

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