Cyberbullismo: aspetti legali
Con l’aumento dell’uso dei dispositivi digitali e dei social media, i casi di bullismo online sono in costante crescita e coinvolgono ragazzi e ragazze sempre più giovani.
Le legge ieri…
Il fenomeno del cyberbullismo è stato definito e affrontato per la prima volta in Italia nel 2017 nella legge “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. L’obiettivo era tutelare il diritto delle nuove generazioni di navigare in Rete in modo sicuro, positivo e libero.
Questa legge prevede il diritto per i minori di segnalare contenuti offensivi e di chiederne la rimozione ai gestori delle piattaforme online. Dà inoltre un ruolo attivo alle scuole nella prevenzione e nella denuncia di comportamenti minacciosi e violenti online ai danni di uno studente o una studentessa: devono per esempio nominare una figura nel corpo docente che faccia da referente per il cyberbullismo.
… e oggi
Nel 2024 l’attuale governo ha integrato la normativa con la Legge 70/2024, che amplia il campo di azione anche ai fenomeni del bullismo e prevede maggiori misure preventive ed educative rivolte sia alle vittime sia ai responsabili. Stabilisce per esempio che la prevenzione e il contrasto devono avvenire in modo strutturato all’interno delle scuole, delle istituzioni locali, delle organizzazioni sportive e del Terzo Settore, e che tutte queste realtà devono coinvolgere anche i genitori nel monitoraggio dell’uso delle tecnologie.
Non solo. La Legge 70/2024 stabilisce che atti di bullismo e cyberbullismo possono configurarsi come reati punibili penalmente, con pene detentive da 1 a 7 anni per minacce, molestie, diffamazione e altri comportamenti lesivi. Introduce sanzioni anche per chi assiste a episodi di violenza senza intervenire o denunciare.
Le insidie del nuovo approccio di Meta
Oggi poi c’è una situazione nuova che crea allarme, legata alla recente decisione di Meta, che possiede Facebook, Instagram e Threads, di cancellare il fact checking, cioè i controlli sulla veridicità dei contenuti dei post pubblicati sui suoi social network, e di ridurre la moderazione dei contenuti, per esempio eliminando le restrizioni a discorsi su argomenti come l’immigrazione, l’identità di genere e il sesso. Per il momento questi provvedimenti saranno attivati solo negli Stati Uniti, ma gli analisti prevedono che avrà conseguenze a livello globale. Le nuove linee guida di Meta permettono per esempio discorsi ambigui e lesivi della dignità di persone LGBTQ e hanno introdotto modifiche che danno ampio spazio a narrazioni misogine e sessiste. Meta ha infatti eliminato la sezione che vietava agli utenti di paragonare le persone a oggetti inanimati o stati non umani e di riferirsi alle donne come oggetti domestici o proprietà o oggetti in generale. Il rischio è quindi che le nuove decisioni prese dal CEO di Meta Mark Zuckerberg, oltre ad aumentare la diffusione incontrollata della disinformazione, alimentino narrazioni discriminatorie e d’odio, soprattutto nei confronti di persone e gruppi già vulnerabili.
Il prezioso contributo della scuola
Emerge quindi quanto sia ancora più importante fare un lavoro educativo serio e strutturato a scuola contro ogni forma di bullismo. Prevenire a scuola comportamenti e discorsi violenti significa per esempio promuovere - attraverso lezioni di educazione digitale e non solo – un uso consapevole di internet e dei social media e incoraggiare studentesse e studenti a parlare con gli insegnanti o con il referente per il bullismo se si sentono minacciati o sono testimoni di episodi di violenza; ma significa anche informare di quali sono le conseguenze legali del bullismo e del cyberbullismo, come nel caso della diffusione non consensuale di materiale intimo online, argomento trattato con particolare attenzione nel webinar “Il corpo in rete” offerto alle scuole da Lines nell’ambito del progetto di educazione affettiva Domande Scomode.
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